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Bce: tassi invariati e Pepp prolungato, chiusura in rialzo per gli azionari europei

Chiusura in rialzo per l’Europa, Ftse Mib + 0,82%, Dax +0,20%, Cac40 +0,72%. La Banca centrale europea prevede aumento inflazione e rassicura sul Pepp – dal secondo trimestre aumento del ritmo degli acquisti

banca centrale europea Fonte: Bloomberg

Seduta al rialzo per gli azionari europei dopo la conferenza stampa con cui la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha confermato gli acquisti nell’ambito del programma Pepp (Pandemic emergency purchase program), mentre i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale restano invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.

Bce: cosa ha detto Lagarde

Per la numero uno di Francoforte, la situazione economica dell’Eurozona è “complessivamente migliorata”, sebbene i rischi rimangano orientati al ribasso nel breve termine.

La pandemia di covid-19 resta a fare da padrona sullo scenario della zona euro. Salgono comunque le proiezioni trimestrali di crescita e inflazione della Bce fino al 2023. La Banca centrale europea prevede un aumento del Pil del 4% entro la fine del 2021 (a dicembre la crescita stimata si fermava al 3,9%), destinata però a rallentare rispetto alle ultime previsioni: +4,1% nel 2022 (+4,2% secondo le stime di dicembre). Stabile invece l’outlook per il 2023, quando il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare del 2,1%.

Nettamente al rialzo invece le stime per l’inflazione. Nel 2021 si prevede un rialzo dei prezzi al consumo fino all’1,5% (+1% a dicembre), +1,2% nel 2022 (+1,1% secondo il report di dicembre) per poi tornare in linea con le ultime stime a +1,4% entro il 2023.

Livelli ancora in ribasso rispetto al target di poco inferiore al 2% posto dall’Eurotower, secondo cui saranno necessari ancora diversi anni prima che l’economia torni ai livelli pre-pandemici.

A spiegare le deviazioni di oggi, il board della Bce ha addotto una serie di fattori temporanei, primo fra tutti l'inflazione dei beni energetici, che si tradurrebbero in un aumento dei prezzi più elevato rispetto a quanto previsto in precedenza per quest'anno e il prossimo.

Cosa ne sarà del Pepp?

L’inflazione pesa anche sul futuro del Pepp, il programma di Quantitative Easing ad hoc sviluppato dalla Banca centrale europea per contrastare la crisi pandemica.

“il Consiglio direttivo si attende che nel prossimo trimestre gli acquisti nell'ambito del Pepp siano condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi di quest'anno” annuncia Francoforte, senza tralasciare di rassicurare i mercati circa i rischi di un’eccessiva inondazione di liquidità – che proprio recentemente ha messo in guardia i mercati Usa, timorosi di un balzo dell’inflazione proprio in vista del maxi-pacchetto di aiuti fiscali promosso oggi dal Congresso, da 1.900 miliardi di dollari.

Il board esecutivo ha infatti dichiarato di voler condurre gli acquisti in maniera flessibile in base alle condizioni di mercato, allo scopo di evitare un inasprimento delle condizioni di finanziamento incompatibile con il contrasto dell'effetto al ribasso della pandemia sul profilo previsto per l'inflazione”.

E così il programma, dalla dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro, proseguirà almeno sino alla fine di marzo 2022. Fermo restando che “Se le condizioni di finanziamento favorevoli possono essere mantenute mediante flussi di acquisti di attività che non esauriscano la dotazione nell'orizzonte degli acquisti netti del Pepp - conclude il comunicato - non sarà necessario utilizzare appieno la dotazione. Allo stesso modo, la dotazione può essere ricalibrata, se richiesto, per preservare condizioni di finanziamento favorevoli che contribuiscano a contrastare lo shock negativo della pandemia sul profilo dell'inflazione”.

Come hanno reagito gli azionari europei?

Rialzi in chiusura sulle Borse del Vecchio Continente, che già prima dell’intervento di Lagarde avevano ritrovato record che non toccavano da circa un anno. Rialzi spinti anche dalle buone notizie in arrivo dagli Usa, dove il Congresso ha dato il vie libero definitivo al pacchetto di sussidi da 1.900 miliardi di dollari voluto dall’amministrazione Biden.

I forti guadagni arrivano anche dalle speranze che le robuste misure di stimolo e i programmi di vaccinazione portino ad una ripresa dell'economia globale, mentre una maggiore calma sui mercati obbligazionari ha riacceso l'interesse per asset più rischiosi come l'azionario.

In chiusura Piazza Affari avanza dello 0,82% mantenendosi al di sopra della soglia dei 24.000 punti, bene anche il Dax di Francoforte a +0,20% e il Cac40 di Parigi, a +0,72%.

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