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Monte dei Paschi, quotazioni in rialzo: ok di Conte a privatizzazione

Mentre l’istituto senese inizia ad accantonare milioni all’indomani della condanna degli ex vertici, il governo approva l’operazione Hydra

Infresso Borsa Fonte: Bloomberg

Monte dei Paschi presto libera dagli otto milioni di crediti deteriorati: ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il decreto legislativo con cui autorizza la privatizzazione dell’istituto senese entro giugno del 2022, come indiscrezioni di stampa già suggerivano ieri. Il decreto passerà ora nelle mani della Corte dei Conti, prima della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Nel frattempo, Banca Mps sta preparando un accantonamento da oltre 500 milioni di euro dopo le condanne degli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola per falso in bilancio e aggiotaggio in relazione ai derivati Santorini e Alexandria.

Cosa sta succedendo a Monte dei Paschi?

Giovedì scorso il tribunale di Milano ha condannato i primo grado l’ex presidente di Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo, e l’ex amministratore delegato Fabrizio Viola a sei anni di reclusione oltre al pagamento di una multa di 2,5 milioni e mezzo ciascuno, con le accuse di aggiotaggio e false comunicazioni sociali in relazione alla prima semestrale 2015 della banca.

Paolo Salvadori, ai tempi presidente del collegio sindacale, è stato invece condannato a tre anni e sei mesi per falso in bilancio.

Dalle colonne dell’agenzia di stampa Reuters trapela ora che l’istituto senese stia cercando di aumentare gli accantonamenti, in vista di rischi legali all’indomani della sentenza: per ulteriori accertamenti, la fonte rimanda al prossimo cda della banca, che potrebbe riunirsi prima di quello già in programma il 5 novembre – per esaminare i conti del terzo trimestre.

Il dpcm del presidente Conte

Sulla notizia degli accantonamenti vince tuttavia il piano del ministero del Tesoro (dopo il salvataggio del 2017, detiene il 68% di Mps) che, come da da accordi europei, entro l’approvazione del bilancio 2021 dovrà cedere la propria partecipazione o diluirla con una fusione tra istituti. Prima, però, la banca deve rientrare degli otto milioni di non-performing loans.

Il decreto di ieri, passato in sordina rispetto al ben più chiacchierato Dpcm sulle nuove disposizioni anti-covid ma di interesse per gli addetti ai lavori, permetterà dunque al Tesoro di completare entro dicembre l’operazione Hydra: una scissione non proporzionale con cui i crediti deteriorati dovrebbero confluire in una bad bank di stato, Amco – e, così, rendere Mps più in salute in vista di una successiva fusione. Tra i candidati più papabili circolano i nomi di Banco Bpm e Unicredit, sebbene il primo sia già in trattative con Credit Agricole mentre la seconda continui ad escludere qualsiasi tipo di operazione di merger.

Il tutto a fronte di condizioni poste dalla Baca centrale europea: un aumento di capitale o l'emissione di un Additional Tier 1 (AT1), fino a 750 milioni di euro, per liberarsi di 1,1 miliardi di patrimonio nell’ambito della scissione.

JP Morgan, Mediobanca e Ubs sono già al lavoro al fianco di Mps per andare incontro almeno alle prima richieste di Francoforte entro dicembre – Jp Morgan con il ruolo di advisor, le altre due in qualità di finanziatori (3,2 miliardi di euro) dell’operazione Hydra.

Come si stano muovendo ora le azioni Mps?

Al momento le quotazioni di Monte dei Paschi viaggiano in rialzo di oltre il 5%, a 1,19 euro per azione, dopo aver dato il via alla sessione al di sotto della parità, con un minimo intraday a 1,12 euro.

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