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I rischi di una recessione. Cosa succede?

Le cause e gli effetti sull’economia di una possibile recessione.

Recessione Fonte: Bloomberg

Non esiste una definizione univoca riguardo al termine recessione. Tuttavia, si è concordi sul fatto che con questa espressione ci si riferisce ad un prolungato periodo di contrazione della crescita economica. Per alcuni questa scatta dopo due trimestri consecutivi di crescita negativa (recessione tecnica), per altri invece quando la disoccupazione aumenta notevolmente.

In ogni caso, una recessione è un fenomeno spiacevole che causa innumerevoli problemi di carattere politico-sociale, oltre a quelli economici, ed è molto difficile da prevedere proprio per l’aleatorietà delle cause che la generano.

Nonostante ciò, ormai la teoria economica è pressoché unanime nel considerare una recessione come un fenomeno fisiologico e ciclico del sistema capitalistico.

Uno dei maggiori sostenitori di questa tesi fu l’economista austriaco Joseph Schumpeter che nella sua opera “La teoria dello sviluppo economico” descrisse il sistema capitalistico come un alternarsi di cicli espansivi e contrattivi di durata ed intensità variabile.

Secondo Schumpeter, sono le diverse composizioni di fattori produttivi che generano un ciclo economico di lungo periodo, espansivo o meno, che viene identificato da una cosiddetta Onda di Kondratiev (45-60 anni) composta a sua volta da cicli più brevi (curva di Kuznets 15-25 anni, Juglar 7-11 e Kitchin 3-5).

È molto complicato cercare di comprendere in quale parte del ciclo si trovi l’economia in un dato momento. Tuttavia, alcuni segnali possono aiutare a capire se un rallentamento economico sia in atto o meno.

Di seguito elencheremo gli effetti che una recessione può causare nell’economia reale ma prima descriveremo le tre principali origini di questo fenomeno.

Le cause di una recessione

La prima (e più naturale) origine di un rallentamento economico è dato da quello che viene chiamato un surriscaldamento economico. Quando in un’economia la domanda aggregata cresce più dell’offerta aggregata, le pressioni inflazionistiche salgono causando una perdita di potere d’acquisto per i consumatori. A causa di ciò, il ritorno verso una condizione di equilibrio non è immediatamente attuabile perché può risultare impossibile aumentare l’offerta di beni e servizi nel breve periodo a causa di varie costrizioni endogene, tra cui la quantità di lavoratori disponibili.

Di conseguenza questa situazione necessita un intervento delle autorità monetarie che provvederanno ad aumentare i tassi di interesse per calmierare l’inflazione e frenare l’aumento della domanda. Tanti aumenti del costo del denaro possono comportare una forte contrazione delle attività economiche causando una recessione.

La seconda origine di una recessione può essere il cosiddetto evento cigno nero - ovvero un fenomeno esogeno che non era prevedibile e che sconvolge il sistema economico - di cui la pandemia di Covid-19 è stato il caso più recente. Questo causa danni ingenti dati soprattutto dall’immediatezza e dall’intensità dell’evento che sconvolge il sistema economico di riferimento.

L’ultima causa è quella delle bolle speculative che sgonfiandosi causano un effetto a cascata sull’economia reale. Un esempio è stata la bolla dei mutui subprime nel 2007-2008 che, scoppiando, generò una profonda crisi economica mondiale che si protrasse per diversi anni e si diffuse anche nel settore pubblico causando la crisi del debito sovrano europeo nel 2011.

Gli effetti

Come già anticipato, una recessione causa un rallentamento economico che può generare varie anomalie all’interno del sistema economico. Tra gli effetti principali e più intensi ci sono: un aumento del tasso di disoccupazione, un calo del reddito, una forte diminuzione dei consumi e della produzione industriale.

Sicuramente l’aumento della disoccupazione è uno dei più evidenti. Infatti, durante una recessione le imprese licenziano parte del proprio personale per ridurre i costi fissi a causa dell’incertezza del periodo.

Inoltre, se la disoccupazione aumenta considerevolmente può innescare una deflazione seguendo la correlazione descritta dalla curva di Phillips (curva che pone in relazione inversa l’inflazione con la disoccupazione) rallentando ulteriormente l’attività economica.

Infine, quando gli effetti descritti sopra si acuiscono notevolmente si parla di depressione economica che - a differenza della recessione - si protrae per un periodo di tempo più lungo (anche diversi anni).

Come prevedere una recessione?

Nonostante sia molto difficile prevedere un rallentamento economico con largo anticipo, vi sono alcuni parametri che vengono di solito utilizzati per interpretare le condizioni di salute dell’economia e valutare se le prospettive future sono incoraggianti o meno.

Un indicatore ritenuto molto attendibile è l’inversione della curva dei rendimenti dei titoli di stato, cioè quando gli investitori, impauriti dalla situazione presente, vendono titoli a breve termine e comprano titoli a più lunga scadenza. A causa di ciò il rendimento dei titoli a breve sale (il prezzo scende) mentre il rendimento dei titoli a lunga scadenza scende (il prezzo sale), appiattendo la curva.

È da notare il fatto che una “normale” curva dei rendimenti è caratterizzata da un retta con inclinazione positiva dove i titoli a breve hanno un rendimento minore di quelli a lungo termine.

Un altro indice che può prevedere l’arrivo di una recessione è un tasso di disoccupazione insolitamente alto. Questo dato mostra che i fondamentali macroeconomici sono in deterioramento e che vendite e consumi diminuiranno nel breve termine.

Il terzo indicatore è una forte correzione sui mercati finanziari. Nonostante questo evento mostri più le conseguenze immediate di una recessione piuttosto che fornirne una previsione, un deciso calo di Borsa può indicare che gli investitori sono preoccupati dell’andamento futuro dell’economia e che quindi preferiscono ruotare le loro posizioni verso asset più sicuri come le materie prime o l’immobiliare.

Ricordiamo che, per loro natura, i mercati finanziari “guardano” sempre alle aspettative future in ogni dato momento mentre l’economia reale deve basarsi sulle statistiche macroeconomiche che si basano su dati passati. Per questo motivo, non si riesce a prevedere una recessione basandosi solo sui dati macro che, se negativi, indicano che si è già nel bel mezzo di un rallentamento economico.

L’ultimo segnale che potrebbe indicare l’arrivo di una recessione è un marcato peggioramento degli indici di fiducia aziendali e dei consumatori che preavvisano di un outlook futuro in deterioramento con conseguente calo della domanda di beni e servizi nell’economia.

Ci stiamo dirigendo verso una recessione?

Le notizie degli ultimi giorni sono fortemente pessimistiche indicando che la probabilità di una recessione è aumentata notevolmente. In effetti il quadro macroeconomico sta mostrando i primi segnali di un indebolimento dopo lo scoppio delle ostilità in Ucraina (con tutti i problemi connessi) e l’aumento delle pressioni inflazionistiche a livelli record da quattro decadi.

Tuttavia, i dati macroeconomici stanno ancora mostrando una robustezza insolita visto che il mercato del lavoro resta forte e vicino alla piena occupazione mentre gli indicatori di fiducia aziendali e quelli di fiducia dei consumatori non rivelano una profonda flessione. Nonostante questo, lo scenario rimane altamente incerto in quanto molto dipenderà da come agiranno le banche centrali nei prossimi mesi per temperare le pressioni inflazionistiche.

In conclusione, il margine verso una contrazione economica sembra assottigliarsi sempre di più anche se per il momento i fondamentali economici rimangono leggermente positivi.

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