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Torna l’incertezza sull’Italia e sulla sostenibilità delle sue riforme. Primo capro espiatorio, ancora una volta, il comparto bancario. I dubbi legati alla manovra di bilancio del Governo giallo-verde, accompagnati alla rigidità di un’Europa poco accondiscendente nel concedere all’Italia il raggiungimento del rapporto deficit/Pil al 2,4%, hanno spinto i titoli del settore del credito ai minimi degli ultimi 19 mesi, influenzando negativamente il sentiment sulla borsa di Milano. Il comparto bancario italiano, detentore di una larga quota di titoli di Stati, è tra i più sensibili agli stress dovuti alle azioni politiche.
Tenuta del sistema e sostenibilità del debito
Tra le questioni che tengono in pugno Piazza Affari, la tenuta del sistema finanziario e la sostenibilità del debito occupano il primo scalino. Ma non sono le sole. Mentre lo spread Btp/Bund continua a mantenersi su livelli superiori ai 280 punti base, con picchi oltre la soglia dei 300, a preoccupare gli economisti si insinua un’ulteriore fattore: gli effetti che un possibile rallentamento della crescita economica globale potrebbe avere sul Bel Paese e sul suo sistema finanziario.
“Riteniamo” commentano a riguardo gli analisti di IG, “che la situazione italiana possa peggiorare notevolmente se anche i mercati internazionali, soprattutto, statunitensi dovessero evidenziare delle forti vendite. Con questo deficit/Pil e con le manovre che intende fare il governo, riteniamo che le agenzie di rating possano rivedere il merito creditizio del Paese nelle prossime settimane. Attualmente, le principali agenzie hanno lo stesso giudizio sul debito a lungo termine (BBB), con un outlook negativo per Moody’s e Fitch. Proprio Moody’s potrebbe pronunciarsi per prima con un downgrade di un gradino, così da portare il giudizio sulla pericolosa soglia che delimita l’investment grade da quella di speculative grade. Non vediamo al momento il rischio di un taglio superiore a una notch, dato che le agenzie preferiranno attendere i numeri del prossimo anno.”
L’analisi sul settore bancario
A complicare la situazione si aggiunge anche il giudizio dei grandi nomi della finanza. In un recente studio pubblicato da Morgan Stanley, il dubbio sulla sostenibilità del debito italiano riaccende i riflettori sulla vulnerabilità e sulla tenuta della piazza. "Sebbene riconosciamo i miglioramenti nei rischi di bilancio e nell'accelerazione delle cessioni di Npl” hanno commentato da Morgan Stanley “l'outlook di medio termine per le Mid-cap rimane strutturalmente critico. Almeno fino a quando non migliorerà la visibilità sui tassi, eviteremmo le Mid-cap, anche ai multipli attuali". L’istituto finanziario statunitense ha poi rimosso Unicredit dall’elenco dei preferiti tra le banche europee, ribadendo cautela, tra le altre, su Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Ubi, Mps e Mediobanca. Quest’ultima, dopo l’addio di Vincet Bollorè, dovrà inoltre decidere se riformulare un accordo parasociale per blindare nuovamente il proprio capitale (ridimensionando la quota in mano agli azionisti al di sotto dell’attuale 25%) e quello del suo asset più prezioso: le Assicurazioni Generali.
Il rating dell’Italia
All’interno di una fitta agenda, l’appuntamento di fine ottobre con le agenzie di rating americane potrebbe consolidare una view poco brillante sul mercato italiano e, nel caso di specie, sul comparto finanziario. La probabilità di una bocciatura dell’Italia da parte di Moody’s e Standard & Poor’s, dopo la revisione in negativo sulle prospettive di crescita da parte di Fitch, porterebbe il merito creditizio appena sopra il livello spazzatura, che decreta la soglia dei titoli altamente speculativi. Moody’s aveva già modificato a maggio 2018 il proprio outlook sull’Italia, da neutrale a negativo; S&P, ad ottobre 2017, aveva invece promosso il Bel Paese con un rating tripla B.
Commissione d’inchiesta sul sistema bancario
In un periodo non semplice per il settore bancario italiano, novembre vedrà inoltre il ritorno della commissione bicamerale d’inchiesta. L’organismo avrà un duplice obiettivo: creare una procura nazionale sui reati finanziari e predisporre un piano di distribuzione dei rimborsi destinati ai risparmiatori vittime dei fallimenti bancari che, in linea con quanto previsto dalla prossima Legge di bilancio, avrà la portata di 1,5 miliardi di euro. La riunione della commissione Finanze del Senato per l’istituzione del nuovo organismo è fissata per il pomeriggio di martedì 2 ottobre.
La nuova Commissione di inchiesta, hanno ricordato dalla maggioranza, “sarà la sede per avviare e motivare una riflessione organica su come rendere più equilibrato il rapporto fra l'Italia e le istituzioni europee”.
“A questo proposito" ha aggiunto il presidente della Commissione finanze al Senato, Alberto Bagnai, "la commissione Finanze è convocata anche per analizzare le modifiche proposte dalle istituzioni europee al regolamento sulla copertura minima delle esposizioni deteriorate, una occasione importante per valutare le asimmetrie intrinseche nel disegno dell'Unione bancaria".