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Oggi è il giorno della Brexit. O meglio, il giorno in cui il parlamento inglese deciderà se la Brexit scelta da Theresa May, in una versione definita “soft”, sia quel che il Regno Unito merita.
Dopo aver rinviato il voto alla Camera dei comuni (inizialmente fissato l’11 dicembre 2018) al fine di evitare un’umiliante sconfitta, Westminster (nella persona della premier May) saprà oggi quale sorte toccherà alla corona inglese.
Prima che i parlamentari si preparino a decidere se accettare o respingere il piano sulla Brexit, atteso attorno alle ore 21:00 di questa sera, vi sono diversi punti in agenda da sciogliere.
Voto sulla Brexit: i lavori della giornata
Anzitutto, Theresa May si riunirà col proprio gabinetto a partire dalle ore 10:00 circa (9am), per discutere delle questioni del giorno coi suoi ministri più anziani.
Tra le discussioni sul piatto, l’eventualità di un no-deal, il divorzio "senza accordo" dall'Unione, pluri dibattuto nelle ultime settimane e che ancora si figura oggi come la peggior soluzione per tutti.
Prima di votare l'accordo finale, i parlamentari saranno chiamati ad esprimersi su una serie di emendamenti. Non c’è un limite al numero massimo di emendamenti presentati: sarà lo Speaker John Bercow a scegliere quali esponenti potranno prender parte alla discussione.
I Comuni si siederanno quindi a Downing Street attorno alle 12:30 (11:30am).
Voto sulla Brexit: i lavori a Downing Street
Cercare di prevdere con esattezza quel che accadrà in parlamento è, al momento, quasi impossibile. Tra gli ordini del giorno in evidenza, ad attirare l’attenzione è la questione sanità (con una discussione di circa un'ora).
Il dibattito sulla Brexit dovrebbe quindi iniziare intorno alle 13:45 (12:45pm). I parlamentari, ad ora non ancora interpellati sul proprio voto, potranno illustrare in tale occasione le loro ragioni. Il dibattito si concluderà alle ore 20:00 (19:00pm), poco prima del voto definitivo.
L’ora esatta del voto dipenderà dal numero di emendamenti che verrà votato: complessivamente dovrebbero esser scelti sei pareri. Per ognuno di questi occorreranno circa 15 minuti, il che significa che il voto dovrebbe svolgersi a partire dalle 21:00 (20:00pm).
Su 639 membri del parlamento, l'accordo può passare con 320 voti favorevoli.
A votazione fatta, i parlamentari saliranno dai banchi verdi nella camera dei comuni ed usciranno in uno dei due corridoi, suddivisi in "aye" (collocato dalla parte ove siedono i membri del governo), per coloro che votano a favore dell’accordo, e "no" (collocato dalla parte dell’opposizione), per i contrari al piano. Il tutto durerà circa 15 minuti e darà modo di capire visivamente chi dei due schieramenti avrà vinto.
Voto Brexit: cosa succede in caso di vittoria
Se May riuscisse a vincere (il che implicherebbe l’aver convertito oltre 100 parlamentari conservatori) l’accordo sarà convertito in legge. Il Regno Unito lascerà quindi l’Unione europea in data 29 marzo, alle condizioni decise da May assieme a Bruxelles. La Gran bretagna avrà a disposizione un periodo di transizione fino a dicembre 2020 per regolare le questioni ancora irrisolte.
Voto Brexit: cosa succede in caso di sconfitta
In base ad un emendamento approvato la scorsa settimana, qualora l’accordo non passasse, May avrà tre giorni di tempo per presentare un piano B, che attualmente non sembra avere né forma, né sostanza. Considerata l’assenza dei deputati venerdì, la scadenza del termine cadrà il prossimo 21 gennaio.
In tale scenario, molto dipenderà dagli emendamenti presentati questa stasera che, tra le opzioni, dovrebbero includere l’eventualità di un secondo referendum (strada poco battuta), la rinegoziazione di un accordo con l'Unione (sebbene l’Unione si sia detta non disponibile a rinegoziare un nuovo accordo) e la fissazione di una data di scadenza per il backstop irlandese a dicembre 2021 (che prolunghi i termini per evitare situazioni sconvenienti sia per il Regno Unito che per l’Europa).
L'onorevole Jeremy Corbyn potrebbe inoltre coglier l’annuncio della sconfitta per chiedere un voto di "sfiducia" nei confronti del governo May per forzare i corsi e giungere anticipatamente ad elezioni generali.