Elezioni europee: cosa sono, come funzionano, cosa significano per i mercati
Europa alle urne: investitori in attesa del voto del prossimo 26 maggio. Cosa sono le elezioni europee? Quali conseguenze avranno sul Parlamento Ue? Quali possono essere gli effetti sui mercati finanziari?
Mercati in attesa del voto europeo, che il prossimo 23-26 maggio coinvolgerà oltre 500 milioni di persone, pari al 7% della popolazione totale che detiene circa il 30% della ricchezza mondiale. Cosa sono le elezioni europee? Quali conseguenze si legano alla prossima turnata elettorale? Ma soprattutto: quali possono essere gli effetti sui mercati finanziari?
Elezioni europee: funzioni del Parlamento Ue
Il Parlamento, unico organo europeo eletto direttamente dal popolo secondo un sistema proporzionale, si rinnova ogni 5 anni, consta attualmente di 750 parlamentari più un presidente (avente mandato di due anni e mezzo) e si occupa primariamente di vigilare sull’operato della Commissione europea (che detiene il potere esecutivo) e di approvare, assieme col Consiglio dell’Unione europea, il bilancio Ue. Parlamento e Consiglio detengono assieme il potere legislativo, senza però avere potere d'iniziativa legislativa.
All’interno del Parlamento gli eurodeputati (che passeranno da 751 a 705 con l’uscita del Regno Unito dall’Unione entro il prossimo 31 ottobre) si dividono in gruppi politici differenti da quelli nazionali, ma accomunati da idee e posizioni analoghe. In tale sede, l’Italia è rappresentata da 73 parlamentari (76 a Brexit avvenuta), terza delegazione più grossa dopo Germania e Francia.
Elezioni europee 2014: i voti e le maggioranze
Secondo l’attuale conformazione, i partiti con maggiore rappresentanza europea sono il Partito Popolare Europeo (EPP) di centro destra con 221 seggi su 751 (del quale fa parte l'attuale presidente, Antonio Tajani) e la divisione Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) di centro sinistra (con a acapo l'esponente italiano, Gianni Pittella).
Seguono per ordine i gruppi ECR (European Conservatives and Reformists) aventi 74 seggi, ALDE (Alliance of Liberals and Democrats for Europe) con 68 seggi, GUE-NGL (European United Left–Nordic Green Left) a 52 seggi e Greens-EFA (Greens–European Free Alliance) pari a 51 seggi.
Forze euroscettiche: Farage, Le Pen e Salvini
Solo scendendo al settimo posto si trova l’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD), che riunisce al suo interno idee populiste ed euroscettiche, sotto la guida del leader inglese della Brexit, Nigel Farage. In ottava posizione l’ENF di Marine Le Pen (Europe of Nations and Freedom) con 37 rappresentanti.
Proprio l’eventuale aumento dei consensi dei gruppi sovranisti è al centro delle preoccupazioni dei mercati, che leggerebbero l’esito elettorale come una conferma dell’incertezza e dell’instabilità politica di un’Unione alle prese con la Brexit e con il taglio delle stime di crescita, messa in discussione sia sul fronte monetario che su quello economico-sociale.
Calendario elettorale europeo: chi vota e quando
La turnata elettorale europea si aprirà giovedì 23 col voto di Regno Unito ed Olanda. Per il Regno Unito l'esito delle europee potrebbe essere la carta che l'opposizione parlamentare giocherà per sollevare la Premier Theresa May dal proprio incarico e prendere in mano le decisioni sulla Brexit, nuovamente in fase di stallo. Venerdì 24 maggio saranno chiamati alle urne l'Irlanda (anch'essa divisa a metà dalla questione Brexit) e la Repubblica Ceca (ove i seggi resteranno aperti due giorni). Sabato 25 sarà la volta di Lettonia, Malta e Slovacchia, mentre domenica 26 toccherà a tutti gli altri Stati Membri, Italia compresa.
Parlamento Ue: il veto sulla Commissione Ue
In base al voto europeo, i massimi esponenti di Stato e di Governo (riuniti nel Consiglio europeo, organismo collettivo differente dal Consiglio dell’Unione europea) propongono un candidato per la presidenza della Commissione, ora nelle mani del lussemburghese Jean Claude Juncker: qualora il Parlamento approvasse a maggioranza la proposta, al nuovo Presidente verrà conferito l’incarico di formare una nuova Commissione.
L’incarico di Juncker terminerà il prossimo 31 ottobre, in concomitanza con la scadenza del mandato del Governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, nonché ultimo giorno a disposizione prima della Brexit. In un clima di incertezza, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha convocato un vertice straordinario in data 28 maggio (post elezioni europee) per decidere il pacchetto delle nomine Bce.
Elezioni europee 2019: i possibili scenari
Un peggioramento del contesto politico, con l’ascesa dei partiti populisti-sovranisti tenderebbe a colpire anzitutto i titoli di Stato dei Paesi più periferici, in primis l’Italia, nonché il settore bancario, cosa che renderebbe vani gli sforzi compiuti dalle banche nazionali per rafforzare i propri requisiti di capitale.
Al contempo, gli investitori punterebbero sui titoli di debito più solidi e affidabili: il rendimento dei titoli del Tesoro tedeschi hanno già raggiunto i minimi da oltre due anni e mezzo, con un naturale incremento dei livelli di spread. Nel caso le preferenze della schiera filo-populista dovessero raggiungere il 30% dei voti (il vice premier leghista, Matteo Salvini, al pari dell'inglese, Nigel Farage, è dato attorno a tale soglia di consensi), il differenziale Btp/Bund potrebbe risalire alla volta dei 300 punti base.
L’ipotesi di un Parlamento più frammentato porrebbe inoltre sotto pressione la moneta unica, in particolar modo il cambio euro/dollaro, che tornerebbe ad essere venduto al pari del mercato obbligazionario locale.
Elezioni europee: l'effetto sui mercati finanziari
Se dalle urne dovesse invece arrivare conferma dell’attuale assetto, coi partiti EPP e S&D che, sostenuti dai partiti moderati, otterranno la maggioranza dei seggi, i mercati potrebbero beneficiare nel breve termine di un rinnovato ottimismo, con l’impiego di parte della liquidità inutilizzata in nuovi investimenti.
Sul mercato azionario gli investitori sembrano aver già scontato parte delle incertezze che caratterizzano in toto i mercati finanziari, che rimangono in attesa di conoscere quali effettivi risvolti avrà l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, riscadenzata per il prossimo 31 ottobre, nonché il cambio ai vertici delle principali istituzioni Ue.
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