Atlantia, quotazioni frenano ma continuano a brillare: 3 cose da sapere
Il calo del traffico su strade e aeroporti, l’(ennesimo) impasse sulla cessione della concessione Aspi a Cdp; a sollevare la soluzione i movimenti della controllata Abertis
Al centro della cronaca finanziaria per la querelle legata alla concessione autostradale di Aspi, Atlantia si appresta a pubblicare i prossimi conti trimestrali venerdì 13 novembre – e la situazione non è affatto delle più rosee.
In assenza di stime o previsioni, la holding cui fanno capo Autostrade per l’Italia, ma anche gli Aeroporti di Roma, si prepara a un trimestre in deciso calo.
Traffico in calo, male soprattutto gli aeroporti
Prima, grande vittima economica della pandemia di covid-19, le compagnie aeree e, con loro, gli aeroporti. La situazione degli Aeroporti di Roma si allinea al trend nazionale. Secondo una nota di Assoaeroporti, nel 2020 per gli aeroporti italiani saranno passati in totale 58 milioni di passeggeri – il 70% in meno rispetto ai 193 del 2019, per una contrazione del fatturato per i gestori aeroportuali pari a 2 miliardi di euro.
Fabrizio Palenzona, presidente di Assaeroporti, spiega che senza un intervento di sostegno del governo, stimato in un miliardo di euro, gli aeroporti italiani possono reggere solo fino alla fine dell'anno.
Solo nei due aeroporti di Roma Atlantia ha visto il traffico di passeggeri crollare del 69%.
Giù anche i numeri per il traffico sui tratti autostradali gestiti da Aspi: gli ultimi dati settimanali sottolineano un calo annuo del 10,2%, dopo il calo complessivo del 37,7% registrato tra gennaio e giugno.
La battaglia Atlantia – Cdp per Aspi
Un passo avanti era atteso per lo scorso 28 ottobre, quando il consiglio d’amministrazione di Atlantia avrebbe dovuto riunirsi per valutare la proposta di Cassa Depositi e Prestiti per l’acquisizione della partecipazione della holding dei Benetton in Aspi (di cui detiene l’88,06%).
Tutto rimandato a gennaio 2021: il 30 ottobre il consiglio d’amministrazione di Atlantia ha annunciato il rinvio del il progetto di scissione parziale proporzionale di Atlantia S.p.A. in favore della società interamente posseduta Autostrade Concessioni e Costruzioni S.p.A. Il cda verrà riconvocato entro il 15 gennaio 2021.
A giustificare il rinvio, la sopravvenuta situazione di indeterminatezza venutasi a creare, secondo Atlantia, con la pubblicazione in data 14 ottobre 2020 del parere dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti reso al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – e la comunicazione di quest’ultimo ad Aspi - con cui “al fine di assicurare il prosieguo dell’iter istruttorio”, è stato richiesto “di voler integrare e aggiornare la proposta del Piano economico finanziario” inviato da Aspi il 14 settembre 2020.
Un nuovo piano finanziario per Aspi?
Secondo Atlantia, il nuovo Piano economico finanziario rimette in discussione elementi sostanziali che si aveva ragione di ritenere già definiti nel testo degli accordi a lungo negoziati da Aspi con i Ministeri competenti.
Il nuovo piano economico finanziario di Autostrade è tuttora allo studio dei ministeri competenti: prevede che la tariffa di incremento pedaggi scenda a 1,67-1,68% da 1,75%, decurtando i ricavi al 2038 di 1-1,5 miliardi con una riduzione dell'equity value di Autostrade di 800-850 milioni.
E proprio attorno al nodo della valutazione di Aspi le trattative tra Atlantia e Cdp si erano incartate. Laddove Cdp aveva lanciato un’offerta compresa tra gli 8,5 e i 9,5 miliardi di euro, ancora a fine ottobre il fondo di investimento londinese TCI, azionista di minoranza di Atlantia con poco più del 10%, sosteneva che la giusta valutazione della quota di Autostrade per l'Italia in mano ad Atlantia oscillasse tra gli 11 e i 12 miliardi di euro (15, prima del crollo del ponte di Genova che, nell’agosto del 2018, provocò 43 vittime).
"Ciò dimostra – secondo TCI – che l'annunciata modifica delle regole per la concessionaria autostradale ha già avuto un impatto sul rating di Autostrade per l'Italia e quindi anche sui soci della holding Atlantia".
La proposta elaborata infine da Cdp, di concerto con i fondi internazionali Blackstone e Macquaire, e presentata lo scorso 27 ottobre, prevedeva un memorandum of understanding con un'offerta vincolante condizionata alla due diligence; la scelta di presidente e, di fatto, AD della newco e di Aspi a Cdp e quella del Cfo di entrambe le società a Blackstone e Macquarie; la conferma dell'assetto azionario 40-30-30 con la prospettiva della cessione di un 10% da parte di Cassa; un "aggiustamento" del prezzo che rimane lo scoglio principale.
Proposta che non ha incontrato i favori di Atlantia, secondo cui lascia in sospeso questioni quali la due diligence sugli asset di Autostrade, le nuove prospettive tariffarie, la valutazione di potenziali future richieste di risarcimento danni e le garanzie sul debito della concessionaria autostradale.
Come hanno chiuso la giornata le azioni Atlantia?
Le azioni Atlantia hanno chiuso la giornata in rialzo del 2,65%, a 15,52 euro l’una, dopo aver toccato un massimo intraday a oltre 16 euro.
Le quotazioni si sono allineate per la maggior parte della giornata al listino principale e hanno beneficiato anche delle notizie sull’acquisto da parte di Abertis Infraestructuras, controllata di Atlantia, della società statunitense Elizabeth River Crossings, per un controvalore complessivo di circa un miliardo di euro.
Restano stabili le raccomandazioni per il titolo Atlantia, in vista della pubblicazione dei conti trimestrali: al 20 agosto Equita valutava Atlantia con giudizio Neutral e target price a 15 euro.
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