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Ansaldo STS passa nelle mani di Hitachi, azionista di maggioranza attualmente al 50,772%. Con l’accordo raggiunto oggi per l'acquisto dell'intera partecipazione facente capo a Elliott (che detiene il 31,794%), il gruppo giapponese con interessi in settori quali l'elettronica, l'elettrotecnica e le costruzioni ferroviarie, raggiunge così l’83% circa del capitale e si prepara al lancio di un'Opa sulle azioni rimanenti.
Obiettivo, delistare il gruppo.
Il titolo, che ha aperto la giornata in gap up al di sopra della soglia dei 12,6 euro per azione, ha concluso la seduta a Piazza Affari con un rialzo del 9%.
Ansaldo: c'è l'accordo con Hitalchi. Pronti all'Opa totalitaria
L'accordo annunciato oggi chiude una disputa in atto dal 2015, quando Hitachi acquistò dall'allora Finmeccanica il 40% di Ansaldo Sts e l'intero capitale di Ansaldo Breda con un'Opa sul gruppo, quotato 9,5 euro per azione. Prezzo, quest’ultimo, giudicato allora troppo basso da Elliott.
"L'accordo” si legge nel comunicato ufficiale “non è soggetto a condizioni. E' previsto che il trasferimento e il pagamento delle azioni di Ansaldo avvenga entro quattro giorni di mercato aperto dalla sottoscrizione dell'accordo e pertanto il 2 novembre 2018". Hitalchi ha acquistato le 63.588.837 azioni ordinarie in mano a Elliott a 12,7 euro per azione (per un controvalore complessivo di poco oltre 800 milioni). Il prezzo pagato al fondo americano incorpora un premio del 9,483% rispetto alla chiusura dello scorso venerdì (11,6 euro per azione).
Il documento dell'Opa, che potrà avere controvalore massimo di 442,8 milioni di euro e sarà vincolata al raggiungimento di una quota superiore al 90%, sarà depositato in Consob entro venti giorni. Hitalchi mira ad arrivare al delisting a queste condizioni "così da consentire un'integrazione completa, incisiva ed efficace delle attività dell'emittente nel gruppo Hitachi".
Tra le storie di giornata più interessanti sul listino italiano, meritano menzione Safilo e Saras.
Safilo: titolo chiude a +4,6%. Via libera all'aumento di capitale
Safilo, che a chiuso la seduta con rialzi nell’ordine del 4,5%, ha scontato positivamente la notizia del via libera da parte dell’assemblea all'aumento di capitale necessario a supportare il piano di rifinanziamento del debito del gruppo. Il gruppo raccoglierà sul mercato fino a 150 milioni di euro.
La ricapitalizzazione, hanno fatto sapere da Safilo, sarà impiegata nel rimborso del prestito obbligazionario Equity Linked da 150 milioni, in scadenza a maggio 2019. L’obiettivo del gruppo modaiolo è estinguere tale voce entro il 20 dicembre, sebbene Consob non si sia ancora pronunciata sulle tempistiche.
Il socio di controllo olandese, Hal Holding, titolare del 41,6% del capitale, si è impegnato a sottoscrivere l’aumento per la sua quota e per l'eventuale inoptato. Ciò, a patto che il prezzo della ricapitalizzazione non superi 1,5 euro. Come corrispettivo per la sottoscrizione dell’inoptato, si legge in una nota di Reuters, Safilo si è impegnata a corrispondere a Hal il 2% dell’ammontare effettivo dell’aumento, detratto il controvalore delle azioni sottoscritte dall’azionista di controllo per la quota a lui spettante e il controvalore delle azioni sottoscritte da altri azionisti in virtù di eventuali impegni irrevocabili.
Tra le perplessità di alcuni piccoli azionisti presenti in assemblea, il timore che Hal possa estendere il controllo azionario sul gruppo, fino ad arrivare al delisting del gruppo, ad un prezzo giudicato inadeguato.
Francesco Gianni, presidente dell’assemblea, ha sottolineato che tra le opzioni esaminate dal Cda l'aumento del capitale è risultata la meno onerosa e più rapida soluzione.
Saras: crescono le attese del 4° trimestre. Il titolo sale poco meno del 3%
Buone notizie anche per quanto riguarda il gruppo Saras. L’azienda ha chiuso i primi nove mesi del 2018 con un utile netto reported pari a 154 milioni di euro, dai 109 milioni dei primi nove mesi del 2017.
L’incremento dei ricavi, pari a 8.961 milioni, 58% in più rispetto ai primi nove mesi del 2017, si lega principalmente all'incremento delle quotazioni petrolifere.
L'Ebitda reported, ha inoltre comunicato il gruppo in una nota, si è attestato a 448 milioni (ben superiore ai 303 milioni del medesimo periodo lo scorso anno), grazie all'effetto scenario sugli inventari.
A conquistare il mercato sono state però le stime l'ultimo trimestre dell'anno: Saras prevede di poter realizzare (al netto delle manutenzioni) un premio superiore al margine EMC Benchmark, pari a circa 2,5-3 dollari al barile. E’ inoltre previsto il consolidamento dei segmenti Generazione di energia elettrica e Marketing ed il miglioramento della posizione finanziaria netta a fine anno.