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Cresce il prezzo del petrolio e, con questo, sale l’utile di Eni, che nel terzo trimestre ha mostrato risultati positivi e sopra le attese. La notizia, accolta bene dal mercato, si è da subito riverberata sul titolo, che in apertura del listino ha segnato un +1%. La quotazione ha poi svoltato in area negativa, dietro al peso di un indice FTSE Mib in perdita dell'1,5% ed un andamento avverso del greggio, che in mattinata ha lasciato sul terreno oltre il punto percentuale.
Eni: utile a 1,39 miliardi. La cassa operativa genera il 90% in più
Eni ha chiuso il terzo trimestre con un utile aggiustato (al netto delle componenti straordinarie) a 1,39 miliardi di euro, ben al di sopra del miliardo di euro atteso dagli analisti. In crescita anche l'utile operativo, più che triplicato rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, a 3,3 miliardi.
Il mercato ha anzitutto apprezzato il consolidamento dell'attività della divisione Exploration & Production, rafforzatasi grazie al miglioramento dello scenario petrolifero nel suo insieme. Le buone performance societarie, infatti, sono state trainate principalmente dall’andamento rialzista del barile, che ha accelerato a partire dalla metà di agosto.
Dopo esaltanti mesi di performance positiva, sul greggio pesano però ora i timori di un possibile calo della domanda. Questo, nonostante le sanzioni americane contro l'Iran che entreranno in vigore il prossimo 4 novembre. I livelli di output complessivi rimangono infatti abbondanti, dato emerso anche dalle scorte diffuse dall'American Petroleum Institute.
Secondo la nota d’aggiornamento pubblicata da Eni, la generazione di cassa operativa nel terzo trimestre ha registrato un incremento del 90% rispetto al dato presentato nello stesso periodo lo scorso esercizio (a quota 4,1 miliardi). L'indebitamento finanziario netto è risultato invece pari a 9 miliardi, in calo di 1,91 miliardi rispetto a dicembre 2017. Il miglioramento del debito netto si lega anzitutto alla forte generazione di cassa definita “eccellente” dallo stesso AD del gruppo, Claudio Descalzi.
Crescita idrocarburi: Eni taglia le stime annue dal 4% al 3%
Relativamente alla produzione di idrocarburi, nonostante il saldo positivo, la crescita del business è stata "frenata dai minori volumi di gas prodotti rispetto alle attese, a causa di eventi esogeni in alcuni paesi". A somme fatte e in conseguenza ad uno scenario di budget da 60 dollari al barile, Eni si attende una crescita della produzione petrolifera annuale prossima al 3% rispetto al 2017, "comprensiva dell'impatto negativo sulla produzione di gas di fattori esogeni in alcuni paesi con limitati impatti sulla generazione di cassa", sottolinea la nota. Nel trimestre precedente la stima di crescita annuale nella produzione di idrocarburi si attestava al 4%, stima che già da settimane si sapeva sarebbe stata rivista.
Relativamente agli ultimi due segmenti Gas & Power e Refining & Marketing, nel terzo trimestre il comparto G&P è risultato più debole a causa della stagionalità; l'utile operativo adjusted si è infatti portato a 71 milioni di euro, rispetto alla perdita di 193 milioni del terzo trimestre 2017. Male anche la divisione R&M, il cui utile operativo è calato del 38% (a 0,14 miliardi) a causa dell’andamento sfavorevole nel comparto raffinazione.