FCA
FCA ha vissuto un periodo di straordinaria trasformazione sotto la guida del suo ex manager, Sergio Marchionne, che ha preso un’azienda italiana in grande difficoltà nel 2004, trasformandola in colosso industriale di portata mondiale. La chiave del suo successo va ritrovata sicuramente nella fusione con Chrysler, la più piccola delle case automobilistiche di Detroit, alle prese con una grave crisi finanziaria post 2008. L’operazione che ha portato alla nascita del gruppo italo-statunitense è stata costruita in maniera impeccabile e ha segnato il successo di FCA dei successivi 10 anni e ancora tutt’oggi. In particolare, il rilancio di Jeep ha fatto da volano alle vendite e ai conti per l’intero gruppo che si è spostato nel tempo verso un target diverso di clientela, aumentando i margini. L’eredità di Chrysler ha portato però anche un enorme indebitamento industriale, arrivato quasi a 10 miliardi di euro post fusione. Il successo dell’operazione ha permesso però di azzerarlo del tutto in soli 5 anni.
Non solo Chrysler. I profitti per gli azionisti Fiat sono arrivati anche attraverso gli spin off che si sono susseguiti nel tempo e che hanno liberato ulteriore valore. La scissione tra Fiat e Fiat Industrial (ora CNH Industrial) a quella di Ferrari hanno permesso al gruppo di passare dai 6 miliardi di euro di valore del 2004 agli oltre 65 miliardi nel 2018.
Il successo di Marchionne è ben visibile in borsa. A gennaio 2009 le azioni della vecchia Fiat oscillavano intorno a 1 euro e in nove anni sono arrivate a toccare i 20 euro (maggio 2018). Il calo dell’ultimo anno è dovuto a varie ragioni, come le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa e il passaggio al mercato elettrico e il calo delle vendite globali. Gli azionisti restano ora concentrati sulla ricerca di un possibile partner commerciale che potrebbe portare FCA, attualmente sesto gruppo al mondo per produzione di autoveicoli, a scalare le posizioni e rientrare tra i primi 3 gruppi mondiali.