Accordo Brexit raggiunto durante consiglio europeo, resta incognita voto Londra
Trovata l’intesa sul confine irlandese: la bozza dell’accordo è pronta, mancano solo i voti dell’Ue e Westminster. Resta il pericolo del “no” degli unionisti
Trovato l’accordo tra Regno Unito e Unione Europea sulla Brexit. Poco prima di mezzogiorno, il presidente della Commissione Europea Donald Tusk ha pubblicato su twitter la lettera in cui viene annunciata la possibilità di un’uscita ordinata del Regno Unito dall’Unione Europea. Dopo pochi minuti è seguito il tweet del premier britannico Boris Johnson, mentre intanto la notizia fuoriusciva da palazzo Belayrmont e si diffondeva tra il pubblico.
Le trattative sono andate avanti per tutta la notte, durante un summit del Consiglio Europeo che durerà fino a domani. L’incertezza di stamattina si è dunque trasformata in una valanga di ottimismo che, come prima conseguenza, ha fatto schizzare la sterlina sul mercato valutario.
Intervenendo in conferenza stampa, il caponegoziatore per Bruxelles, Michel Barnier, ha ricordato che il documento su cui i leader si sono accordati oggi è ancora una bozza e che comunque non verrà ratificata in giornata - in attesa della ratifica da parte del Parlamento Europeo. Barnier ha comunque rassicurato che la ratifica avverrà entro il 31 ottobre. Intanto la Commissione si è appellata al Consiglio dei ministri europei per l’approvazione delle decisioni da trasmettere al Parlamento.
Quello con l’assemblea comunitaria sarà comunque solo un passaggio formale – tutt’altro rispetto all’ostacolo, ben più difficile, della ratifica da parte del parlamento di Westminster.
Cosa è stato deciso nell’accordo?
Il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord ha tenuto i negoziatori svegli per tutta la notte. La bozza di accordo approvata in mattinata prevede un “confine nel Mar d’Irlanda”, che evita quello fisico sull’isola. I controlli sulla merce verranno effettuati nei porti della Gran Bretagna prima di arrivare in Irlanda del Nord, che resterà all’interno del mercato unico (e dunque soggetta a determinati parametri comunitari per la merce in entrata). Allo stesso tempo, l’Irlanda del Nord continuerà a far parte dell’unione doganale britannica. Tra quattro anni L’Assemblea dell’Irlanda del Nord potrà votare per decidere se continuare con tale regime “misto” o se uscire definitivamente dal mercato unico. Qualora decidesse di volerne uscire, seguiranno due anni di “transizione” prima dell’uscita definitiva.
“L'accordo assicura certezze giuridiche nel rispetto dell'integrità del mercato unico ed evita dogane fisiche alle frontiere irlandesi”, ha dichiarato Barnier in conferenza stampa.
Come voterà Westminster?
Non è ancora detta però l’ultima parola: Johnson dovrà presentare l’accordo di oggi al parlamento britannico e sperare che non venga rifiutato (come è successo per tre volte a Theresa May). Le camere si riuniranno sabato mattina, in seduta straordinaria. Il principale ostacolo è il partito Unionista irlandese (Dup, Democratic Unionist Party), che in un comunicato rilasciato subito dopo la pubblicazione dell’accordo ha dichiarato una netta opposizione a quanto previsto per l’Irlanda del Nord.
Il Partito Unionista, ago della bilancia per la formazione, nel giugno del 2017, del governo di Theresa May, conta su dieci seggi nella Camera dei Comuni (tre in quella del Lord) ed è il primo partito nell’Assemblea dell’Irlanda del Nord. Conquistare il loro consenso si rivelerà dunque fondamentale per Johnson, che al momento non conta su una maggioranza parlamentare.
L’accordo non è piaciuto neanche ai laburisti di Jeremy Corbyn. Il leader del partito d’opposizione ha dichiarato che l’accordo negoziato da Johnson “è persino peggiore di quello di Theresa May, massicciamente rigettato dal parlamento”. I laburisti hanno atteso fino alla fine per capire cosa prevedesse esattamente l’accordo; una volta pubblicata la bozza, tuttavia, si sono schierati nettamente contro, chiedendo piuttosto un secondo referendum per restituire la decisone finale ai cittadini britannici.
Come hanno reagito i mercati?
Sterlina impazzita nei minuti immediatamente successivi alla comunicazione dell’accordo. Il cambio GBP/USD è salito di mezzo punto percentuale a 1,2990, per poi tornare gradualmente ai livelli pre-annuncio. Quello EUR/GBP ha evidenziato una forte discesa di 1 punto percentuale a 0,8579, per poi risalire e oscillare a 0,8650. Poco mossi, ma comunque leggermente in positivo, i principali indici europei.
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