Addio Nafta: Usa, Canada e Messico pronti per la firma di un nuovo accordo commerciale
L’avvento di Trump ha portato a una riforma del trattato di libero scambio con i paesi confinanti, spalleggiato anche dai democratici
Tutto pronto oggi per la cerimonia di conclusione dei negoziati per l’Usmca (acronimo per United States, Mexico, Canada Agreement), il nuovo trattato tra Stati Uniti, Canada e Messico che sostituisce il Nafta (North America Free Trade Agreeement)
Quando entrerà in vigore il nuovo trattato?
Il patto, firmato nel 2018 ma ancora in attesa di ratifica da parte dei tre stati americani, ancora non è entrato in vigore. In realtà, oggi Rober Lighthizer (consigliere economico della Casa Bianca) e Jared Kushner (capo consigliere Usa) si sono recati in Messico proprio per definire gli ultimi dettagli del patto. L’intenzione è quella di far votare il patto al Congresso prima della fine dell’anno, anche se una data per il voto ancora non è stata fissata.
L’accordo commerciale potrebbe rappresentare una vittoria tanto per Trump quanto per la sua rivale alla Camera, la democratica Nancy Pelosi. I democratici infatti lottano per ottenere da questo trattato standard più alti di garanzie e sicurezza per i lavoratori, sebbene ciò abbia significato ritrovarsi dalla stessa parte di Trump. Come ha dichiarato Pelosi lunedì scorso ai giornalisti, in questo caso è necessario andare oltre le fazioni politiche.
Cosa prevede il nuovo accordo?
L’Usmca si propone di superare il Nafta, il patto stipulato tra i paesi nordamericani 25 anni fa per concordare la rimozione di diverse tariffe tra i tre paesi. La riforma del Nafta è stata uno dei cavalli di battaglia di Trump, secondo il quale tra i risultati più controversi dell’accordo c’era il dislocamento delle industrie Usa al sud del confine con il Messico, l’ingaggio in loco di manodopera sottopagata e lo smercio dei prodotti completi di nuovo negli Usa.
Non sono previsti dazi all’interno dell’area Usmca, ma regolamentazioni molto più strette e severe per le delocalizzazioni. I settori interessati sono per lo più la produzione di auto e il commercio di alluminio, acciaio, pollame e prodotti caseari. Ad esser rinforzate rispetto al Nafta sono anche le normative ambientali e le regolamentazioni del lavoro; di fatto, si prevedono incentivi per la produzione del settore automotive a livello domestico, ad esempio stabilendo che almeno il 40-45% delle automobili importate venga prodotto in paesi che pagano i propri operai almeno 16 dollari all’ora.
Altri dazi, dopo la Cina
Quanto all’alluminio e all’acciaio, il nuovo trattato stabilisce che, nell’industria automobilistica, anche i suddetti materiali siano prodotti in America del Nord: un duro colpo per la Cina, da cui tradizionalmente provengono i semilavorati e che invece proprio ieri ha visto calare l’export di novembre dell’1,1%.
Evidentemente il nuovo Usmca risponde alla politica commerciale sempre più isolazionista di Donald Trump – seguendo lo stesso principio che ha portato all’escalation della guerra commerciale con la Cina. Proprio nei confronti della Cina, domenica 15 dicembre scatterà una maggiorazione del 15% su beni per circa 156 miliardi di dollari, l’ennesimo atto di una guerra commerciale che prosegue ormai d oltre un anno e mezzo.
Come ha reagito il dollaro?
Non si registrano movimenti rilevanti dal punto di vista valutario. Gli occhi dei mercati questa settimana sono infatti puntati sulle elezioni nel Regno Unito, sul primo meeting della Bce con Christine Lagarde presidente (giovedì), sul metting della Federal Reserve (oggi e domani) ma, soprattutto, sull’entrata in vigore dei dazi contro la Cina, domenica. Oggi il cambio EUR/USD è in leggero rialzo, a quota 1,107, mentre la coppia valutaria GBP/USD segna 1,317.
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