Le 10 principali economie dei mercati emergenti
I mercati emergenti sono caratterizzati da crescita rapida e volatilità elevata. Scopriremo i dieci principali mercati emergenti e il loro potenziale futuro.
I mercati emergenti sono riferiti ai paesi in cui si ritiene che le economie siano in transizione dallo stato “in via di sviluppo” a quello “sviluppato”. Lo status di un paese viene misurato utilizzando molti fattori socioeconomici, tra cui la liquidità dei mercati azionari e del debito locale e il livello di efficienza del mercato.
Elenco delle principali economie dei mercati emergenti
Per prodotto interno lordo (PIL) nominale, le 10 maggiori economie dei mercati emergenti sono:1
- Cina (PIL: $14.092,514 miliardi)
- India (PIL: $2.848,231 miliardi)
- Brasile (PIL: $2.138,918 miliardi)
- Russia (PIL: $1.719,900 miliardi)
- Messico (PIL: $1.212,831 miliardi)
- Indonesia (PIL: $1.074,966 miliardi)
- Turchia (PIL: $909,885 miliardi)
- Thailandia (PIL: $483,739 miliardi)
- Sudafrica (PIL: $370,887 miliardi)
- Malesia (PIL: $364,919 miliardi)
Per stilare questa classifica, abbiamo compilato una lista dei paesi definiti come “mercati emergenti” da tutti e cinque gli organismi seguenti: il Fondo Monetario Internazionale (FMI), il Dow Jones, Russell, Standard & Poor’s e Morgan Stanley Capital International (MSCI). Tale elenco comprendeva Brasile, Cile, Cina, Colombia, Filippine, India, Indonesia, Malesia, Messico, Perù, Russia, Sudafrica, Thailandia, Turchia e Ungheria. Abbiamo preso questi paesi e li abbiamo classificati utilizzando i dati del prodotto interno lordo (PIL) dell’FMI per produrre una top ten.
Prima di esaminare ciascuna delle 10 principali economie emergenti, vediamo come si sono comportate collettivamente le economie emergenti nel 2018.
Cos'è successo ai mercati emergenti nel 2018?
All’inizio del 2018, gli investimenti nelle economie dei mercati emergenti sembravano destinati a diventare la frontiera del futuro, dopo gli impressionanti tassi di sviluppo del 2017. In tale periodo, l’indice dei mercati emergenti MSCI Emerging Market Index, che rappresenta le azioni a grande e media capitalizzazione di 24 paesi emergenti, era aumentato del 37,28%, rispetto all’11,19% del 2016.2
Tuttavia, dopo un prolungato periodo di incertezza economica e politica, nel 2018 le economie emergenti hanno attraversato un anno difficile. I principali fattori che hanno determinato la salute economica dei mercati emergenti sono stati:
- Le preoccupazioni riguardanti la guerra commerciale tra USA e Cina: la crescente tensione causata dall’imposizione di tariffe doganali alla Cina da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha causato un calo di appeal dei mercati emergenti. L’incertezza si è propagata dalla Cina agli altri mercati emergenti, con un impatto generale sui mercati finanziari, tra cui forex, azioni e materie prime.
- Un’economia statunitense forte: il dollaro ha registrato un significativo rialzo nel corso del 2018, contribuendo alla performance negativa dei mercati emergenti. L’economia statunitense ha effettivamente vissuto una fase positiva per tutto l’anno, causando una riduzione del 20% dell’indice dei mercati emergenti MSCI tra gennaio e settembre. Molte economie dei mercati emergenti hanno prestiti e obbligazioni per controvalori significativi in USD; di conseguenza, con l’aumento del dollaro USA, questi debiti diventano sempre più difficili da estinguere.
- Mancanza di investimenti esteri: a causa delle tensioni finanziarie derivanti dalla guerra commerciale, c’è avversione a investire in qualsiasi economia dei mercati emergenti che potrebbe finire vittima del fuoco incrociato.
- Prezzi bassi delle materie prime: un dollaro USA forte, l’aumento dei tassi di interesse e le preoccupazioni per l’impatto della guerra commerciale sui mercati internazionali hanno causato la caduta dei prezzi di molte materie prime, tra cui petrolio e rame, durante tutto l’anno.
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Diamo ora uno sguardo a ciascuna delle prime dieci economie dei mercati emergenti, alle relative previsioni di crescita per il 2019 (misurate utilizzando il tasso di variazione del PIL da un anno all’altro) e ai principali mercati finanziari da tenere d’occhio.
Cina (PIL: $14.092,514 miliardi)
Nonostante sia la seconda economia più grande del mondo,2 la Cina è considerata da oltre 25 anni un’economia di mercato emergente. Nonostante abbia registrato una crescita massiccia nel corso degli anni ’90 e 2000, nell’ultimo decennio la Cina ha subito un rallentamento economico a causa dell’espansione del settore statale e dei crescenti rischi finanziari.
Nel 2017, il tasso di crescita della Cina è aumentato per la prima volta dal 2010, arrivando al 6,9%, a seguito dell’aumento della domanda di prodotti cinesi sia sul mercato domestico che su quello estero. Ma il 2018 ha visto la crescita della Cina rallentare ancora una volta, tra le politiche di deleveraging finanziario di Pechino, mirate a ridurre il debito, e l’escalation della guerra commerciale con gli Stati Uniti.
Anche se i timori per le tensioni commerciali hanno influenzato negativamente il sentiment del mercato riguardo alle azioni cinesi e allo yuan, il tasso di crescita previsto per il paese per il 2019 è comunque del 6,2%.3
Scopri di più sull’economia emergente cinese
Mercati chiave: USD/CNH, gli ETF come iShares China Large-Cap ETF (FXI) e le materie prime, tra cui ferro, alluminio e mais.
India (PIL: $2.848,231 miliardi)
L’India è la terza economia emergente e la settima economia più grande del mondo.2 Lo sviluppo economico del paese ha avuto inizio negli anni ’90, quando il governo ha introdotto politiche volte a stimolare la concorrenza sul mercato, il tenore di vita e il reddito pro capite.
Entro il 2015, l’economia indiana era cresciuta del 7,2%, il che rappresentava la più rapida crescita rispetto a qualsiasi altro mercato emergente. Si prevede inoltre che continuerà a crescere a un tasso medio del 7,4% per tutto il 2019.3
Scopri di più sull’economia emergente indiana
Mercati chiave: USD/RUB e SP_EURRUB, ETF come iShares MSCI India Small-Cap ETF e materie prime come zucchero, grano e cotone.
Brasile (PIL: $2.138,918 miliardi)
L’economia brasiliana ha mostrato in passato una crescita notevole, ma dal 2010 in poi sono sorti problemi che hanno indotto gli investitori a mettere in discussione il futuro economico del paese. La maggior parte delle preoccupazioni del mercato derivava dall’instabilità del precedente governo brasiliano, colpito dallo scandalo del 2016 a seguito dell’arresto dell’ex presidente Dilma Rousseff.
Il 1° gennaio 2019 ha assunto la carica di presidente Jair Bolsonaro. Pur essendo oggetto di discussione, le sue politiche economiche di taglio della spesa e di riduzione delle tasse sono state ben accolte dai mercati finanziari; infatti, il real brasiliano ha guadagnato il 10% rispetto al dollaro in vista dell’insediamento di Bolsonaro.
Nonostante questo ottimismo, il crollo delle economie emergenti avvenuto nel 2018 ha colpito duramente le aspettative di crescita per il Brasile, con l’FMI che prevede un aumento di appena il 2,4% nel 2019.3
Scopri di più sull’economia emergente brasiliana
Mercati chiave: USD/BRL, l’indice azionario IBOVESPA e materie prime tra cui caffè, zucchero e frumento.
Russia (PIL: $1.719,900 miliardi)
La Russia è la 12a più grande economia del mondo in termini di PIL,2 anche se il suo tasso di crescita è stato negativo per la maggior parte degli anni ’90 a causa delle sanzioni dell’era post-sovietica. Ma da quando nel 1998 il governo fece default sul debito dell’era sovietica, l’economia ha cominciato a registrare segni di crescita.
Alla fine del 2014 sono state sollevate preoccupazioni sulla dipendenza della Russia dalle esportazioni di petrolio a fronte delle sanzioni internazionali successive all’intervento militare del paese in Ucraina. Ma dopo che sono stati compiuti notevoli sforzi per garantire la stabilità finanziaria, l’FMI ha aumentato le sue aspettative sulla crescita del PIL della Russia nel 2019 (dall’1,7% all’1,8%), nonostante il taglio delle sue previsioni globali.3
Scopri di più sull’economia emergente russa.
Mercati chiave: USD/RUB e SP_EURRUB, ETF come MSCI Russia Capped Index UCITS ETF e materie prime tra cui petrolio e gas.
Messico (PIL: $1.212,831 miliardi)
Il Messico è rapidamente diventato uno dei mercati emergenti più popolari tra gli investitori. È la seconda economia più grande dell’America Latina e la 13a a livello globale.2 Anche se la crescita del Messico ha subito un rallentamento durante crisi economica globale, il suo PIL su base annua è cresciuto dal 2016 fino al 2018, passando da $1,07 trilioni nel 2016 a quasi $1,2 trilioni nel 2018.
L’economia messicana dipende fortemente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, il che significa che il prezzo del mercato azionario interno e la valuta (il peso), sono strettamente legati al dollaro USA. Ma nonostante il calo dei prezzi delle materie prime e la volatilità dei mercati globali, le previsioni per il paese sono positive. Infatti, il PIL del paese dovrebbe continuare a crescere in media del 2,5% nel 2019.3
Mercati chiave: USD/MXN e EUR/MXN, l’indice MX35 e le materie prime tra cui mais, grano e ferro.
Indonesia (PIL: $1.074,966 miliardi)
L’Indonesia è la più grande economia del Sud-est asiatico e questo ha contribuito ad attirare l’attenzione del mercato.
Tuttavia, il crollo dei mercati emergenti del 2018 ha avuto un forte impatto sull’Indonesia a causa della sua dipendenza dalla moneta estera per finanziare il proprio deficit. La proprietà straniera delle obbligazioni del governo indonesiano nel 2017 ha raggiunto il 40%, rispetto al 33% del 2014. Normalmente il capitale straniero stimola l’economia, ma quando il mercato estero non è sano, l’impatto può invertire la tendenza.
Nel dicembre 2018 i mercati indonesiani hanno registrato una leggera ripresa, dopo aver subito il crollo dei tassi di cambio in seguito all’aumento dei tassi di interesse da parte della banca centrale indonesiana. Il sentiment del mercato è generalmente positivo per il 2019, con una crescita prevista dell’Indonesia al 5,1% per tale anno.3
Mercati chiave: USD/INR e GBP/INR, ETF come iShares MSCI Indonesia ETF e materie prime come olio di palma e gas naturale.
Turchia (PIL: $909,885 miliardi)
Dal 2000 la Turchia ha attirato l’attenzione degli investitori di tutto il mondo grazie a significativi miglioramenti apportati allo sviluppo economico e sociale.
Nel 2018, tuttavia, il panorama economico appariva nettamente diverso, dato che i mercati finanziari del paese si trovavano in fase discendente per gran parte dell’anno. I timori del mercato derivavano dalla dipendenza del paese dalle valute estere, visto che la Turchia ha uno dei maggiori deficit del mondo e dal crollo della lira turca.
Gli effetti a catena della flessione dell’economia turca si sono fatti sentire anche in altri mercati emergenti come l’Argentina e il Sudafrica. Mentre gli altri mercati emergenti sembrano essersi ripresi, il tasso di crescita previsto per la Turchia rimane basso: appena lo 0,4% nel 2019.3
Mercati chiave: USD/TRY e EUR/TRY, ETF come iShares MSCI Turkey ETF e materie prime tra cui cotone e bestiame.
Thailandia (PIL: $483,739 miliardi)
La crescita economica della Thailandia è stata incredibile e le ha consentito di trasformarsi in una sola generazione da un paese a basso reddito a uno ad alto reddito. Ma il governo non ha terminato la sua opera: ha delineato piani per migliorare la stabilità economica, il capitale umano, l’uguaglianza e la competitività del mercato.
Tra il 1960 e il 1996 l’economia thailandese è cresciuta a un tasso annuo medio del 7,5%. Questo tasso è però calato fino al 5% durante la crisi finanziaria asiatica del decennio successivo, raggiungendo un minimo del 3,5% tra il 2005 e il 2015.4
Nel primo trimestre finanziario del 2018 l’economia è tornata sulla via della ripresa, dato la crescita ha raggiunto il 4,8%. L’economia si è però sviluppata a un ritmo più lento per tutto il resto dell’anno a causa della diminuzione della spesa pubblica e del turismo. Questo ha portato a una previsione di crescita per il 2019 del 3,9%.3
Mercati chiave: ETF come MSCI Thailand UCITS ETF e materie prime come olio di palma, bestiame e mais.
Sudafrica (PIL: $370,887 miliardi)
Il Sudafrica è un mercato emergente a medio reddito e, sebbene la sua economia abbia registrato un’accelerazione sostenuta della crescita dal 1994 al 2007, da allora ha subito un rallentamento.
Questo perché l’economia dipende fortemente dalle risorse naturali, il che significa che quando i prezzi delle materie prime sono bassi, l’economia sudafricana spesso fa peggio delle economie dei suoi pari.
Nella prima metà del 2018 il Sudafrica è entrato nella sua prima recessione dal 2009, a causa delle preoccupazioni degli investitori sulla crisi dei mercati emergenti. Il rand sudafricano è sceso contro il dollaro da 0,085 dollari nel febbraio 2018 a un minimo di 0,065 dollari a settembre. Ciò ha esercitato un’ulteriore pressione al ribasso sulle valute dei mercati emergenti e ha fatto scendere l’indice MSCI dei mercati emergenti dello 0,7% a settembre.
Si prevede che l’economia farà comunque registrare una crescita del PIL nel 2019, anche se in modo molto limitato (0,9%).3
Mercati chiave: USD/ZAR e EUR/ZAR, azioni quotate alla Johannesburg Stock Exchange (JSE) e materie prime tra cui mais, grano e zucchero.
Malesia (PIL: $364,919 miliardi)
Sebbene la Malesia si collochi solo al decimo posto per PIL, l’analisi dei mercati emergenti di Bloomberg la colloca al primo posto in termini di avanzo delle partite correnti, stabilità economica e prospettive di crescita.5
L’economia malese ha registrato una crescita media annua del 5,4% dal 2010. Inoltre, rispetto a molti altri mercati emergenti, la Malesia ha superato il 2018 in modo relativamente indenne, con una crescita del 4,4%. La crescita prevista per il 2019 è leggermente superiore, pari al 4,6%.
Mercati chiave: ETF come il iShares MSCI Malaysia ETF, l’indice KLCI e materie prime tra cui olio di palma, cacao e gas naturale.
Che cosa riserva il futuro alle economie dei mercati emergenti?
C’è un crescente ottimismo sul fatto che il peggio sia passato per i mercati emergenti. Gli investitori restano comunque cauti, poiché gli aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti hanno indotto le banche centrali dei mercati emergenti a inasprire le loro politiche economiche, il che potrebbe porre un limite alla crescita. Se la Fed continua ad aumentare i tassi di interesse per tutto il 2019, ciò potrebbe creare ulteriori problemi ai mercati emergenti.
Il punto di maggiore attenzione sarà forse la guerra commerciale, poiché qualsiasi escalation tra Stati Uniti e Cina potrebbe danneggiare l’economia globale e le catene di approvvigionamento delle materie prime. Le trattative dovrebbero proseguire nel corso dell’anno, ma sarà importante esaminare l’impatto delle controversie commerciali su ciascun asset finanziario prima di prendere una posizione su di esso.
1IMF, 2018
2MSCI, 2018
3IMF, 2018
4World Bank, 2018
5Bloomberg, 2018
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