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Provano il recupero i listini europei che provano a chiudere il gap di performance con i listini Usa. Wall Street continua a lanciare chiari segnali di allarme, con la chiusura ieri ai minimi da 14 mesi a questa parte. Sebbene sia ancora lontata dalla fase orso, al contrario di molti altri indici globali, il timore che qualcosa possa andare storto inizia a farsi largo tra gli investitori.
Il sentiment continua, infatti, ad essere appesantito dalle indicazioni di debolezza che affiorano a livello macro in varie aree del globo che mal si adattano con l'atteggiamento della Federal Reserve. A tal proposito nuove critiche sono arrivate da Trump che ha menzionato varie motivazioni, tra le basse aspettative inflattive e il dollaro forte. Dato per scontato il rialzo di domani, quanto sarà accomodante Powell in conferenza stampa e cosa emergerà dai dots plot. Il mercato sembra premere per nessun ritocco, eventualità questa che potrebbe appagare temporaneamente gli operatori, ma che non è detto che abbia effetti importanti sull'economia, in vista della continua sterilizzazione delle misure della Fed.
In Europa, ancora Brexit dopo che ieri la May ha annunciato che il voto si terrà a metà gennaio, mentre il leader dei Laburisti, Jeremy Corbin, ha iniziato a sollevare una mozione di sfiducia nei suoi confronti.
Nonostante tutto, la reazione della sterlina è apparsa piuttosto contenuta, anche se confermiamo le nostre aspettatetive di nuovi cali nelle prossime settimane.
Per quanto riguarda l'Italia l'Europa chiederebbe secondo fonti di stampa uno sforzo aggiuntivo dell'ordine di 3 miliardi di euro, ma il mercato non sembra risentirne. La questione potrebbe essere discussa nella riunione di domani, ultima chance per poter poi garantire il passaggio al senato il prossimo 21 dicembre.
Sui mercati, il dollaro ha perso terreno dopo i dati deboli di ieri, arrivati principalmente dal comparto immobiliare. Il cambio eurusd sembra puntare verso 1,14 e potrebbe tentare di forzare questa resistenza in attesa di una Fed più accomodante per il prossimo futuro nella riunione di domani.