IG Bank S.A. presta servizi di “execution-only” ovvero di mera esecuzione di ordini senza consulenza. Le informazioni presenti in questo sito non contengono (e non si deve in alcun modo supporre che contengano) raccomandazioni o consigli in ambito di investimenti, né uno storico dei nostri prezzi di negoziazione, né un’offerta o un sollecito a intraprendere un’operazione su un certo strumento finanziario. IG Bank S.A. non può essere ritenuta in alcun modo responsabile per l’uso che si possa fare delle informazioni qui contenute e degli eventuali risultati che si potrebbero generare in base all’impiego di tali informazioni. Non si assicura inoltre l’accuratezza e la completezza delle suddette informazioni, che pertanto vengono usate e interpretate a proprio rischio. La ricerca inoltre non intende rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non e’ stata condotta in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e pertanto deve essere considerata come una comunicazione in ambito di marketing. La presente comunicazione non può essere in alcun modo riprodotta e distribuita.
Theresa May tenta il tutto per tutto in un ultimo discorso alla nazione, nel tentativo di raccogliere sostegno per il suo accordo sulla Brexit. Un accordo, questo, contestato su più fronti, sia dalla parte dei remain, contrari all’uscita inglese dall’Unione europea, sia sul fronte dei brexiteers, scontenti per i toni soft adottati da May a Bruxelles.
“E’ più probabile che non si attui la Brexit, piuttosto che la si attui senza accordo” ha annunciato la premier Theresa May, intervenuta presso una fabbrica di porcellane a Stoke-on-Trent, roccaforte del Leave. “Non c'è mai stata occasione in cui il Regno Unito non abbia onorato un referendum” ha proseguito May, ribadendo il “dovere” di attuare la Brexit per evitare “una catastrofe” democratica. L’eventuale bocciatura del testo distruggerebbe infatti la fiducia nella politica inglese, lasciando il Paese profondamente diviso.
O la mia Brexit, o la catastrofe è quindi l’appello lanciato dalla premier britannica, dietro le spalle della quale già si pongono le basi per una nuova mozione di sfiducia. Jeremy Corbyn, leader dell’opposizione laburista, ha annunciato ieri l’intenzione di presentare quanto prima una proposta di sfiducia volta non tanto a bloccare la Brexit (nonostante le pressioni del suo stesso partito), quanto ad andare alle elezioni anticipate. Nelle mire di Corbyn c’è direttamente Downing Street.
Il testo, che domani la Camera dei Comuni voterà, rappresenterebbe, a detta della leader conservatrice, l'unica e la migliore opzione sul tavolo per la Gran Bretagna, che oltre 30 mesi fa decise tramite referendum di lasciare l'Unione Europea.
Qualora il Parlamento non dovesse approvare il piano concordato con Bruxelles (che fin da principio si è detta non disposta a cambiare il testo sul quale si è convenuto), la probabilità più accreditata è che la Brexit venga bloccata. Piuttosto che un’uscita dall’Unione senza accordo (no-deal), i parlamentari britannici si sono infatti detti favorevoli ad una no-Brexit.
Da anticipazioni, il leader del partito Labour, Jeremy Corbyn voterà contro il piano di Theresa May, chiedendo l’avvio della procedura per indire elezioni anticipate nel caso in cui l'accordo fosse bocciato domani.
Il primo ministro britannico terrà oggi un’ultima dichiarazione davanti al parlamento alle 17:30 ora italiana. Nel suo discorso pre voto May dovrebbe concentrarsi sulle nuove garanzie assicurate dalla Ue sui confini irlandesi, attuando il cosiddetto backstop, la rete di sostegno volta a non bloccare i confini tra Irlanda del Nord e Repubblica irlandese. Backstop che, per Bruxelles non è la soluzione migliore, a un tentativo di mitigare un problema primario della Brexit.
Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, hanno dichiarato in una risposta scritta a May che la Ue ha mantenuto i propri impegni nel cercare di raggiungere un accordo commerciale post Brexit entro la fine del prossimo anno (dicembre 2020) per evitare di utilizzare l'impopolare clausola 'backstop', che sarà comunque una soluzione temporanea.
A tal fine, alla Gran Bretagna sarà inoltre data la possibilità di estendere il proprio periodo di transizione al fine di evitare il ripristino di rigidi controlli alla frontiera tra Irlanda del Nord (facente parte del Regno Unito) e Repubblica irlandese.