Modifiche all'accordo May-Juncker: Irlanda al centro di tutto. Brexit al voto: verso il sì?
Rialzo consistente per la sterlina: bene la coppia GBP/USD, cala EUR/GBP ai minimi da 22 mesi. Theresa May e Jean-Claude Juncker fissano tre nuovi punti. Focus: backstop d'Irlanda. Oggi il voto in Parlamento (7pm).
Tra le poche certezze che contraddistinguono questa Brexit, ve n’è una che sovrasta tutto il resto: la centralità dell’Irlanda e l’importanza del suo confine di mezzo, quello che separa la parte europea dal regno a nord di dominio inglese.
Theresa May da Jean-Claude Juncker: le clausole del backstop
E’ da qui che sono partiti Theresa May e Jean-Claude Juncker ieri sera, quando si sono trovati a discutere, ancora una volta, del labile confine che definisce un accordo ancora poco chiaro. Netto rialzo della sterlina e rinnovata fiducia degli operatori, che vedono ora qualche spiraglio di luce in più alla fine del tunnel che porterà il Regno Unito fuori dall’Unione europea.
Nel giorno in cui il Parlamento della corona si troverà ad esprimere nuovamente il proprio giudizio circa l’accorto a firma May, le probabilità di un voto favorevole da parte dei rappresentanti alla Camera sembrano pendere dalla parte del primo ministro. Nel tentativo di sbloccare le trattative che congelato la questione inglese, May e Juncker hanno fatto un passo indietro, proponendo tre modifiche che, seppur piccole potrebbero muovere l’ago della bilancia.
Il voto di oggi è atteso attorno alle 20 ora locale (7pm inglesi), dopo un dibattito che durerà per l’intera giornata.
Brexit news: i tre nuovi punti dell'accordo
Al centro di tutto, il backstop irlandese, la soluzione temporanea che scatterebbe a partire dal 2021 (dopo la fine del periodo transitorio a dicembre 2020) per far sì che non venga ripristinato un rigido confine interno al Paese (tra Irlanda europea ed Irlanda del Nord). La questione è stata dibattuta fin dal principio perché, seppur a nessuno convenga il ripristino di un confine chiuso, i più convinti sostenitori della Brexit temono che l’apertura del confine implichi il restare ancora una volta legati all’Unione europea.
Anzitutto May e Juncker avrebbero siglato una dichiarazione “legalmente vincolante” che permetterà ad entrambe le potenze di chiamarsi fuori dal backstop qualora l’altra parte non dovesse negoziare in “buona fede” per trovare un accordo definitivo che risolva il problema irlandese. Qualora una delle due parti non dovesse impegnarsi per risolvere il problema, l’altra potrebbe fare ricorso ad un arbitrato dall’esito vincolante e decidere di abbandonare unilateralmente l’accordo.
May e Juncker hanno quindi espresso parere concorde circa la necessità di mettersi da subito all’opera affinché, concluso il periodo di transizione a dicembre 2020, si abbia pronta una soluzione circa le reciproche relazioni con le Irlande. Il fine di ciò sarebbe rassicurare i conservatori che vedono nel backstop il rischio di restare intrappolati nella macchina dell’Unione.
Da ultimo, un “soliloquio” all’inglese. May ha infatti riferito che il Regno Unito pubblicherà una propria “interpretazione unilaterale” circa l’accordo per Brexit. Tale interpretazione dovrebbe argomentare come la Gran Bretagna avrà diritto ad abbandonare il backstop in ogni caso, se si arrivasse d un punto morto. Tale ultimo punto potrebbe esser inserito per motivare gli inglesi, senza però alcun effetto vincolante per le parti in causa.
Vola la sterlina: su GBP/USD, EUR/GBP ai minimi da 22 mesi
In attesa del voto di questa sera e a partire dalla serata di ieri, la sterlina ha tracciato un forte movimento a rialzo. Il cambio GBP/USD è passato in poche ore dal livello a 1,2960 ad un massimo di giornata a 1,3300, consolidandosi poi sopra area 1,3200.
Forte apprezzamento del pound anche contro la moneta unica: la coppia EUR/GBP è arrivata a toccare ieri un minimo a quasi due anni a 0,8475, in negativo dell’1,6%, soffermandosi quindi entro 0,8500 e 0,8520.
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