Rischio di no-deal: Deutsche Bank, Jp Morgan e Goldman Sachs alzano le stime
Conto alla rovia sulla Brexit, l'ennesimo, seppur con nuove scadenze. In attesa del voto di settimana prossima (il terzo all'accordo May), le banche d'affari Usa hanno aumentato le probabilità di rischio di uscita senza accordo.
No deal Brexit di nuovo al centro delle preoccupazioni, specie quelle delle banche d’affari.
Dopo gli ultimi aggiornamenti arrivati da Bruxelles, che ha rivisto la scadenza ultima per la dipartita inglese dall’Unione, gli istituti finanziari hanno rimesso mano alle proprie previsioni e, presumibilmente, ai propri portafoglio.
Deutsche Bank: no-deal Brexit dal 10 al 20%
Deutsche Bank ha alzato le proprie stime di un’uscita del Regno Unito senza accordi con l’Europa dal 10% al 20%, il più alto livello di sempre. "I rischi di un incidente dell'ultimo minuto sono aumentati", ha commentato Oliver Harvey, a capo della ricerca sulla Brexit per la banca tedesca, secondo il quale il governo non avrebbe al momento chiara la strategia da seguire.
Deutsche Bank ha inoltre tagliato dal 35 al 25% le possibilità stimate che il Primo Ministro inglese, Theresa May, ottenga la maggioranza nel corso del prossimo voto parlamentare.
Secondo Harvey "nel peggiore dei casi, qualora il terzo tentativo di ratificare dell'accordo dovesse fallire, prevediamo che il governo cercherà un'estensione di emergenza dell'Articolo 50", ha scritto Harvey.
JP Morgan: no-deal Brexit dal 10 al 15%
L’aggiornamento delle possibilità di peggior scenario possibile da parte di Deutsche Bank ha spinto anche JP Morgan a rivedere le proprie previsioni. La banca d’affari americana ha aumentato le stime di un'uscita senza accordo del Regno Unito dall’Unione al 15% dal precedente 10%.
La scadenza ultima per un accordo sulla Brexit è fissata entro il prossimo venerdì: se allora la Camera dei Comuni avrà votato espresso voto favorevole all’accordo May, la Gran bretagna avrà tempo fino al 22 maggio ( proroga breve) per stingere gli ultimi accordi prima della propria exit. Qualora il testo della premier non ricevesse l’approvazione dei deputati, per contro, la nuova data ultima è quella del 12 aprile: se prima di allora nessun accordo sarà stato siglato e in assenza delle condizioni necessarie a concedere una proroga lunga, l’ipotesi di no-deal rischia di diventare reale.
Goldman Sachs: no-deal Brexit dal 5 al 15%
Da ultima, anche GS ha abbassato le proprie aspettative sull'accordo Brexit a firma May, alzando per contro le stime sulle possibilità di un "no-deal" con l'Unione Europea. "Rimandando l’avvio della Brexit di almeno una quindicina di giorni, il Regno Unito e l'Ue hanno mantenuto in gioco tutte le opzioni, almeno per il momento", hanno commentato gli analisti di Goldman Sachs.
L’istituto ha ridotto le probabilità che l'accordo della Premier inglese venga ratificato dal 60 al 50% ed hanno aumentato le possibilità di una Brexit "senza contratto" dal 15 dal 5%.
Ancora alta, infine, la stima di GS circa la possibilità di una no-Brexit (sostenuta anche dalla petizione lanciata ieri, che ha raccolto oltre 1,5 milioni di firme a favore di una revoca dell’Articolo 50) al 35%.
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