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Banche centrali correggono il tiro, borse in calo

Gli operatori si riposizionano dopo le ultime news arrivate dalle due principali Banche centrali del mondo, Fed e Bce.

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Fonte: Bloomberg

 

 

Mattinata all'insegna delle vendite in Europa in scia alle news arrivate ieri sera dagli Stati Uniti. I verbali della Federal Reserve relativi alla riunione di marzo hanno mostrato un atteggiamento più aggressivo rispetto alla percezione avuta post riunione, tra l'altro seguita dalla conferenza stampa della Yellen. Due i punti più inattesi:

 

 

  1. la Fed sarebbe pronta a ridurre il bilancio già a partire dalla fine dell'anno. La soluzione più porbabile rimane quella di un mancato reinvestimento dei Treasury in scadenza. Probabilmente il mercato non si aspettava una manovra prima della primavera del 2018;
  2. secondo diversi governatori, l'equity Usa sarebbe sopravvalutato e lontano dai valori di equilibrio. Sebbene molti membri abbiano già fatto simili dichiarazioni, è abbastanza insolito vedere la cosa messa nero su bianco in una riunione ufficiale della Fed.

Questi due elementi hanno spinto gli investitori a forti riposizionamenti, con vendite immediate sull'equity e acquisti sui Treasury, con contestuale calo dei tassi. Tra le valute, il biglietto verde si è deprezzato particolarmente verso lo yen più per effetto del risk off che non del calo dei tassi sui Treasury, dato che i movimenti verso le altre valute sono apparsi decisamente più contenuti. Le vendite si sono trasmesse poi a ruota sui listini asiatici nella notte e su quelli europei stamane.

A stemperare l'avversione al rischio è stato Draghi che, in conferenza davanti all'Università Goethe di Francoforte, ha ribadito la necessità di una politica monetaria ancora ultra espansiva vista la persistenza di rischi al ribasso. L'atteggiamento accomodante di Draghi sembra confermare i rumors di Reuters della scorsa settimana, secondo cui il messaggio della Bce di marzo è stato interpretato con eccessiva euforia da parte degli operatori.

Dopo le parole di Draghi le borse europee hanno recuperato terreno e l'euro è scivolato verso le principali valute mondiali, salvo poi recuperare terreno. Gli investitori sembrano attendere con trepidazione l'incontro ufficiale di questa sera tra Donald Trump e Xi Jinping, da dove sono attesi sviluppi sia in termini di commercio globale che di rischi geopolitici. Domani torneranno protagonisti i dati macro, con i Non Farm Payrolls di marzo.

Cosa aspettarsi sui mercati?
L'impressione è che la rotazione di portafoglio di questo inizio aprile tra equity e bond possa durare qualche settimana, soprattutto se il mood di avversione al rischio dovesse persistere. Nel breve, quindi, correzioni sono ancora possibili, mentre in un orizzonte di medio lungo periodo siamo ancora positivi, soprattutto sull'equity europeo nel caso di una vittoria di Macron in Francia. Crediamo che i flussi globali che hanno caratterizzato le ultime settimane possano riprendere post elezioni francesi.

In Italia, l'indice Italy 40 si è spinto stamane al test dei 20 mila punti, respingendolo. Non ci sentiamo di escludere ulteriori discese sino a 19.800 punti al momento, dove il supporto è più forte. Sotto tale livello le vendite potrebbero dilagare anche verso 19 mila punti. Indicazioni rialziste si avrebbero solo sopra 20.400 punti. La resistenza più immediata poi sarebbe su 20.600-20.650 punti, dove passa l'ultimo ritracciamento di Fibonacci nella discesa partita dai picchi di fine 2015 e terminata sui minimi del 2016.
 

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