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Fiducia dei conservatori al premier Theresa May, deficit/Pil italiano 2019 al 2,04%, Pechino più aperta agli Stati Uniti ed intenzionata a stimolare la propria economia interna. Il tutto, nel giorno in cui si attendono le parole del governatore Bce, Mario Draghi, nonché in vista della riunione Fed di prossima settimana, quando verrà sciolto il nodo tassi a stelle e strisce.
Se si guarda i principali accadimenti sui mercati internazionali, tutto sembra far sperare in una chiusura d’anno rosea. Il famigerato rally di Santa Claus, che precede il Jenuary effect e che accompagna le ultime settimane di contrattazione a dicembre, potrebbe quindi trovar ragion d’essere in una distensione delle principali tensioni internazionali, a partire dagli affari politici, passando per le questioni commerciali e l’incognita monetaria.
Nel giorno che segue il superamento del voto di sfiducia da parte del primo ministro inglese, Theresa May (con 200 voti a favore e 117 contrari), e che solleva in parte l’Italia dal rischio di avvio procedura d’infrazione per eccesso di defict da parte della Commissione Ue, le borse asiatiche hanno chiuso in territorio positivo: Hong Kong e Shanghai hanno terminato la seduta in rialzo dell’1,2% circa. Bene anche Tokyo, mossasi del +1%.
Positiva per i listini è stata la notizia di una coppia Cina / Stati Uniti intenzionata a scendere a compromessi. Pechino, dal canto suo, potrebbe aprire ulteriormente il proprio mercato ai players americani, concedendo, sul fronte interno, ulteriori stimoli che preservino crescita economica e livelli di domanda.