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L’indice italiano rimbalza insieme alle altre borse mondiali, ma durerà?
Prova il riscatto l’indice Ftse Mib oggi in scia al recupero degli altri listini mondiali. Tra gli operatori prevale l’ottimismo nella settimana che potrebbe portare alla firma definitiva di Trump alla riforma fiscale più importante degli ultimi 31 anni.
Nonostante l’ottimismo e il balzo odierno, Piazza Affari è rimasta un po’ indietro rispetto agli indici statunitensi ed europei. L’indice principale di Milano negli ultimi due mesi ha avuto un andamento piuttosto contrastato ed è reduce da un settimana decisamente negativa, con una perfomance del -3%, la peggiore da novembre 2016.
Questo gap di performance degli ultimi due mesi è dipesa sostanzialmente da due fattori: l’addendum sulle banche di inizio ottobre della Bce e la notizia di un voto a marzo della scorsa settimana.
In merito al primo punto, lo slittamento della decisione sul tema degli NPL annunciato due settimane fa, aveva creato opportunità di riscatto sull’indice italiano, con le banche che avevano messo a segno un mini rally, prima di invertire la rotta la scorsa settimana, dopo i rumors di un possibile voto il 4 marzo. Quest’ultima notizia ha rispolverato il risk off sul nostro Paese con qualche settimana di anticipo rispetto alle aspettative.
Le vendite hanno interessato tutti gli asset italiani, bond governativi inclusi, con il rendimento tornato sopra 1,80% dopo essersi avvicinato all’1,60% dopo la riunione della Bce di dicembre.
D'ora in poi, l'indice italiano potrebbe rimanere ostaggio proprio delle elezioni politiche, il cui esito potrebbe aprire a un hung parliament (parlamento appeso), senza un chiaro vincitore.
Graficamente, l'indice conferma la lateralità in essere da ottobre. Sembra quasi delinearsi una figura di testa-spalle, con le spalle costituite dai massimi di inizio ottobre e metà dicembre, mentre la testa è collocata sui picchi di novembre. La neckline passa sui 22 mila punti, livello testato anche la scorsa settimana. A questo punto, solo una rottura di tale riferimento potrebbe portare a un'estensione dei cali in direzione dei 21 mila punti. Un supporto intermedio transita sui 21.800 punti, dove passa la trend line che unisce i minimi descrescenti delle ultime 8 settimane.
La prima resistenza passa per 22.500 punti e poi a 22.800.Sopra tale riferimento l'aggancio dei 23 mila punti sarebbe una formalità. Non escludiamo ancora la possibilità di raggiungere quota 24 mila punti, massimi del 2015, entro le prime settimane del 2018.
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