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Ieri il greggio ha messo a segno la peggior seduta da settembre 2015, con un calo superiore al 7%. Non solo, il WTI ha chiuso la 12 seduta di fila in rosso e il calo dai picchi di 6 settimane fa è arrivato al 28%.
Dietro questi cali si mascherano in ordine:
- la debolezza della domanda globale con l'OPEC che ha rivisto al ribasso la domanda per la quarta volta di fila;
- il rafforzamento del dollaro;
- le sanzioni più morbide all'Iran.
Siamo arrivati su dei supporti interessanti e questi dovrebbero arginare la discesa almeno fino alla riunione Opec del prossimo 6 dicembre, quando verranno decisi nuovi tagli alla produzione.
Il sentiment è penalizzato anche dai brutti dati tedeschi, che hanno visto la crescita della prima economia della zona euro scendere dello 0,2% t/t nel terzo trimestre, dato peggiore delle attese. In gran parte c'era da aspettarselo alla luce delle figure recenti. La cosa peggiore è che l'outlook non sembra essere migliore.
Oggi pomeriggio intanto potremmo avere delle prime risposte dalla Brexit. Dopo l'accordi di ieri sera tra Londra e Bruxelles, l'intesa sarà sottoposta al governo britannico dove non si escludono colpi di scena visti i ministri dissidenti. Dopo questo passaggio, la questione sarà sottoposta al Parlamento dove l'impresa sembra ancora più ardua. Il movimento della sterlina sembra incorporare tutta questa incertezza dato che è tornata a perdere oggi dopo il balzo di ieri.
Infine, Italia. La risposta italiana arrivata in tarda serata di ieri non sembra aver sorpreso nessuno. Sul mercato le reazioni sono piuttosto composte se consideriamo che i ribassi sono condivisi un po’ su tutti gli indici europei e il crollo del petrolio sta penalizzando titoli ad alta capitalizzazione a Piazza Affari, come ENI.
Anche sul fronte governativo, sebbene stiamo assistendo a nuove pressioni ribassiste un po' su tutta la curva, queste rimangono più contenute rispetto alle vendite violente di maggio e ottobre. Non escludiamo però che le pressioni continuino nelle prossime sedute in vista delle opinioni della commissione del 21 novembre prossimo.
Sui mercati, dollaro ancora in recupero dopo le vendite di ieri pomeriggio, mentre gli indici Usa faticano a recuperare quota dopo il ritorno delle vendite delle ultime sedute. Non escludiamo nuovi affondi verso i minimi di fine ottobre.