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Trump ha fatto sapere che i colloqui con la Cina procedono bene, notizie queste confermate anche da Pechino, seppur i toni appaiono comunque cauti. Secondo i recenti rumors, l'accordo potrebbe essere finalizzato in occasione del G20 di fine novembre. Tutto questo mentre mancano ormai pochi giorni alla data delle Mid Term e non pochi pensano che si tratti di una manvora più politica che sostenuta da fatti concreti, visti anche i precedenti.
L'ottima risposta dei mercati potrebbe essere così riconducibile in parte anche alle forti vendite delle ultime settimane e alla ricopertura di qualche posizione corte. L'outlook rimane ancora incerto, almeno fintantoché non saranno recuperate le soglie strategiche, ovvero 2.765 pt per l'S&P500 e 7.100 per il Nasdaq.
Tra le trimestrali, segnaliamo i conti record di Apple, seppur l'outlook sembra essere molto sfidante per il colosso di Cupertino, elemento questo che ha portato il titolo a cedere il 7% nell'afterhours.
Oggi intanto l'attenzione si sposta sui NFP di ottobre, che dovrebbero mostrare un recupero dopo il rallentamento di settembre. Grande attenzione è posta alla crescita dei salari che potrebbe accelerare oltre il 3%.
Ma le notizie negative continuano ad arrivare dall'Europa. A cominciare da dati macro. Il PMI manifatturiero di ottobre è sceso per il terzo mese consecutivo, con un crollo dei nuovi ordini dovuto alla prima contrazione delle esportazioni in quasi cinque anni e mezzo. Il tema dazi ha penalizzato l'ottimismo spingendolo al livello più basso da dicembre 2012. Male le prime tre economie della zona euro, con l'Italia che è scesa in area di contrazione per la prima volta da agosto 2016 sino a raggiungere il livello generale piu' basso in 46 mesi.
I mercati non sembrano risentirne molto, dato che le nuove news arrivate da Trump potrebbero mettere da parte l'outlook dipindo dai dati odierni.
In tema Brexit, nonostante la notizia sull'intesa di massima per il settore finanziario che prevedrebbe l'accesso a una serie di servizi base, rimangono ancora forti dubbi sull'accordo generale che deve essere raggiunto entro il 21 novembre.
Ricordiamo infine che questa sera alle 18 saranno pubblicati gli stress test dell'Eba per 48 istituti finanziari europei. Il timore principale è per le banche italiane, anche se c'è chi guarda con scetticismo anche a Deutsche bank.