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Powell più morbido in materia di politica monetaria, con il benestare di President Trump. Il processo di rialzo dei tassi d’interesse proseguirà nei mesi a venire, ma ad un passo più lento di quanto stimato (e temuto). La rinnovata positività della piazza finanziaria ha fatto tornare l’appetito per il rischio degli operatori, che hanno spinto a rialzo i listini americani: nella serata di mercoledì l’indice Nasdaq ha chiuso oltre i 3 punti percentuali; bene anche Dow Jones e S&P 500, in crescita del 2,5%.
A calare è stato invece il dollaro (tornato in parità a metà mattina), mentre oro e Treasury a dieci anni hanno recuperato terreno.
Quali forze possono determinare le future condizioni di mercato?
Da un lato vi è la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti che, con Xi Jinping e Donald Trump in prima fila al G20 di Buenos Aires (30 novembre – 1 dicembre), dovrebbe far capire quale piega prenderà nelle prossime giornate.
Dall’altro, le dinamiche del petrolio ed il ruolo che Arabia Saudita, Russia ed Usa ricopriranno nelle scelte di produzione complessiva. Con il greggio che ha perso oltre un terzo del proprio valore da inizio ottobre, ulteriori sviluppi si avranno dopo la riunione Opec del 6 dicembre, quando i principali produttori si riuniranno per deliberare eventuali tagli. Un prezzo del crude più basso diminuisce le aspettative di crescita d’inflazione, il cui rialzo è generalmente controbilanciato dall’incremento dei tassi di interesse.
Da ultimo, l’atteggiamento più colomba di Powell potrebbe originare dalle continue ed incalzanti critiche del presidente americano che, contrario a politiche che possano togliere spunti di crescita economica a stelle e strisce, ha più volte contestato l'azione eccessivamente stringente perseguita dalla Fed.
Secondo Powell, nonostante vi siano "molti fattori positivi" sulle prospettive degli Stati Uniti, il rialzo del costo del denaro ad opera della Fed è inteso a bilanciare i rischi nel tentativo di mantenere l'economia sulla giusta rotta e sarà quindi condotto in maniera graduale.
"Sappiamo che le cose spesso si rivelano molto diverse anche dalle previsioni più attente", ha proseguito Powell, aggiungendo che il graduale ritmo di aumento dei tassi di interesse è stato “un esercizio di bilanciamento dei rischi".
"I tassi d'interesse” ha tuttavia chiosato il governatore della Fed, in risposta ai malumori manifestati da Trump, “sono ancora sotto gli standard storici e rimangono appena sotto il livello considerato neutro per l'economia, ovvero che non stimolano o rallentano la crescita economica".
Powell ha dunque terminato: "La mia personale valutazione è che, mentre in alcune aree i rischi sono sopra la norma, le vulnerabilità per la stabilità finanziaria generale sono ad un livello moderato".