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Il 19/20 febbraio la commissione dei rappresentanti dei ministeri delle finanze della zona euro si riunirà per votare sulla nomina del nuovo vice governatore della BCE al posto del portoghese Vitor Constancio, il cui mandato scadrà il 31 maggio 2018. La decisione finale sarà poi presa dal Consiglio Europeo il 22/23 marzo che dovrà convalidare la scelta. Al momento i candidati sono due. Il favorito è lo spagnolo Luis de Guindos, ministro dell’Economia del governo Rajoy, conosciuto per la sua politica di austerità. De Guindos aveva già provato ad assumere un ruolo importante nelle istituzioni di Eurolandia quando aveva provato con insuccesso di prendere la presidenza dell’Eurogruppo. Il secondo candidato è il governatore della banca centrale d’Irlanda Philip Lane, economista di fama mondiale spinto dal proprio ministro delle Finanze, Paschal Donohoe. Le speranze di vittoria per Lane sono poche nonostante l’invidiabile curriculum accademico, solamente un forte appoggio dei paesi dei Nord potrebbe ribaltare il risultato.
Ma non è solo il ruolo di vice-governatore a essere in bilico. Il prossimo anno almeno 3 membri dell’Executive Board lasceranno il posto. La poltrona più ambita è quella di Mario Draghi, il cui mandato ha scadenza a ottobre 2019. Nel corso dell’anno lasceranno le loro posizioni anche Benoit Coeure e Peter Praet. Senza dimenticare che saranno da rinnovare anche la presidenza del Consiglio di Vigilanza guidato da Daniele Nuoy e la presidenza della Commissione europea ora legata al lussemburghese Juncker.
Un vero e proprio risiko delle scelte che probabilmente saranno fatte più per ragioni politiche che economiche. Per l’Italia queste decisioni avranno un ruolo fondamentale tenendo conto il livello record del debito del Bel Paese. Una scelta di un falco alla BCE potrebbe portare forti tensioni sull’andamento dei rendimenti dei titoli decennali italiani e sul corso delle quotazioni delle banche italiane.