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La lira turca cerca di recuperare terreno sui mercati valutari dopo la decisione del governo di Ankara di togliere le tasse sui depositi in lira turca per arrestare il deflusso di capitali.
Erdogan ha provato a rassicurare i cittadini turchi sullo stato di salute dell’economia del paese affermando che le turbolenze finanziarie sono legate a un attacco economico da parte degli Stati Uniti e che quelle valutarie sono frutto della manipolazione perpetrata proprio dai nuovi “nemici” della Turchia.
La Turchia, membro della NATO, continua sempre più ad allontanarsi dall’Occidente e avvicinarsi ai paesi dell’Est Europa soprattutto la Russia, con cui ha stretto rapporti non solo economici ma anche politici nella difficile gestione della guerra in Siria con l’appoggio al Governo di Bashar Al-Assad.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso delle difficili relazioni tra Turchia e Stati Uniti è stato l’arresto del pastore statunitense accusato di aver partecipato nel 2016 al colpo di stato militare contro Erdogan.
Dopo il lancio da parte degli Stati delle sanzioni economiche alla Turchia la lira turca ha perso tantissimo valore spingendo la banca centrale a intervenire. Tuttavia Erdogan secondo indiscrezioni avrebbe bloccato le azioni della banca centrale preoccupato delle conseguenze negative di un eventuale rialzo dei tassi di interesse. Le scelte di Erdogan hanno però inasprito la crisi. Deflusso di capitali, crollo della lira turca, forti vendite sulle imprese del paese. Davanti a Erdogan si sono prospettate 3 soluzioni per limitare il deflusso di capitali all’estero, misure di controllo sulla circolazione dei capitali, richiesta di aiuti al Fondo Monetario Internazionale o rialzo dei tassi di interesse. Unica soluzione concretamente percorribile è un forte rialzo dei tassi di interesse da parte dell’istituto centrale. La decisione prevista per il 13 settembre è ancora avvolta da tanta incertezza. Erkan Kilimci, uno dei membri del Consiglio Direttivo e stretto collaboratore del governatore Murat Cetinkaya, si è dimesso nei giorni scorsi proprio sul disaccordo nei confronti dell’ingerenza della politica sulla banca centrale.
Intanto dal grafico il cambio EUR/TRY nonostante i ribassi si mantiene ancora vicino a massimi relativi molto importanti in area 7,70. Il cambio USD/TRY ha mostrato nella seduta odierna una candela spinning top che incrementa il clima di incertezza e di volatilità. Sopra 6,80 possibile target a 7,15.