Andamento EUR/GBP in forte rialzo alla partenza dei negoziati per la Brexit
Al via oggi le trattative tra Londra e Bruxelles. Il Regno Unito minaccia di abbandonare il tavolo a giugno, mentre l’Ue fronteggia allo stesso tempo la crisi economica da coronavirus
Nelle ultime ore la sterlina sta subendo un calo come non si vedeva da oltre quattro mesi e mezzo, sulla scia dei negoziati tra il Regno Unito e l’Unione Europea, in partenza oggi.
Come stanno andando le negoziazioni?
In realtà, l’atmosfera tra Londra e Bruxelles non è così rilassata. Martedì scorso il Consiglio Europeo ha incaricato ufficialmente Michel Barnier di condurre le trattative con Londra, stilando una serie di linee guida a cui i negoziatori comunitari avrebbero dovuto attenersi. L’idea era quella di costruire una “partnership ambiziosa” con il Regno Unito, sulla base di precisi accordi commerciali di libero scambio.
Ma Londra vuole di più: il tavolo delle trattative potrebbe saltare già a giugno, termine ultimo entro il quale il Regno Unito ha dichiarato di voler vedere “un accordo di ampio respiro”. Pomo della discordia, oltre agli accordi sulla pesca (a cui si deve la deadline proprio a metà dell’anno, a causa di ragioni meramente tecniche), soprattutto la condizione posta al Regno Unito di accettare la normativa della Corte di giustizia Europea e la normativa comunitaria, in cambio dell’accesso al mercato unico.
Nel frattempo, il premier britannico Boris Johnson già lavora per stringere accordi commerciali con gli Stati Uniti di Donald Trump. Per Johnson, un accordo con gli Stati Uniti potrebbe rilanciare l’economia britannica con 3,4 miliardi di sterline, di cui beneficerebbero soprattutto la Scozia (spina nel fianco dei pro-Brexit, che al referendum del 2016 di fatto votò per restare nell’Unione Europea), le Midlands e il Nord-est dell’Inghilterra.
Cosa comporterebbe una “no-deal Brexit”?
Il Regno Unito è uscito dall’Unione Europea lo scorso 31 gennaio – almeno formalmente. Dal punto di vista economico, invece, c’è tempo ancora fino alla fine dell’anno per stipulare un accordo. I tempi sono chiaramente stretti: già è passato un mese, ne rimangono solo dieci per raggiungere un accordo commerciale che, in casi analoghi, ha richiesto anni di trattative. Per il premier Johnson l’alternativa, qualora i negoziati con l’Ue non vadano a buon fine, lo scenario di una “no-deal Brexit”, ovvero un’uscita senza accordo, non sarebbe da escludere.
D’altra parte, ciò significherebbe tornare a rapporti commerciali regolati da dazi, sia in entrata che in uscita (per cui in realtà in Italia Confagricoltura sta già lavorando a un accordo con le associazioni di agricolori britanniche), oltre che controlli alle dogane.
Quali altri fattori stanno influenzando l’andamento della sterlina?
Nel frattempo, in Europa la tensione economica ha fatto sì che, nelle scorse ore, la Bundesbank prendesse in considerazione l’ipotesi di allentare i limiti alla spesa, così da implementare misure a sostegno dell’economia. Tale decisione, da parte dell’istituto centrale dell’economia più solida dell’Eurozona, ha aperto nuovi scenari per il resto dei paesi Ue, alle prese in questi giorni con l’emergenza coronavirus.
Il rischio coronavirus potrebbe dunque ricadere direttamente sulla stabilità della sterlina, provocandone un indebolimento proporzionale alle misure intraprese dalla Banca centrale europea per far fronte all’impatto economico dell’epidemia.
Come sta andando il cambio EUR/GBP
Al momento, la coppia valutaria euro-sterlina viaggia a quota 0,8729, il massimo dal 14 ottobre 2019 – quando un accordo tra Londra e Bruxelles sembrava quasi raggiunto, prima che il Parlamento decidesse di non appoggiarlo.
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