Andamento euro sterlina in rialzo dopo dati deludenti su economia britannica
In autunno l’incertezza Brexit e le elezioni di dicembre hanno provocato la più brusca frenata nell’economia britannica degli ultimi sette anni, con una crescita del solo 0,1% tra settembre e novembre
Sterlina in calo da stamattina dopo alcune indiscrezioni trapelate dal Comitato sulla politica monetaria della Bank of England. Secondo quanto lasciato intendere da Gertjan Vlieghe, membro del suddetto comitato, l’istituto di credito centrale potrebbe procedere con un taglio dei tassi d’interesse, qualora l’economia britannica dovesse mantenersi nell’attuale situazione di difficoltà.
A quanto pare infatti la BoE si è concentrata (non senza una certa preoccupazione) sugli ultimi dati pubblicati dall’istituto di statistica nazionale britannico, l’Office for National Statistics. Gli ultimi dati sul Pil di novembre segnalano infatti una crescita dell’economia britannica solo dello 0,1% tra settembre e novembre (il tasso più lento degli ultimi sette anni), e un aumento dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2018. Cattivi inoltre i dati sulla produzione industriale e manifatturiera, che l’Ons ha definito “debole” (-1,7%), mentre anche il settore dei servizi si è dimostrato più debole (-0,43%).
La crescita, che a settembre e ottobre aveva fatto ben sperare, a novembre ha trascinato in giù la media, scendendo dello 0,3%. Non solo: l’Ons ha pubblicato anche i dati sulla bilancia dei pagamenti, che tra novembre 2018 e novembre 2019 si è allargata da 9,1 miliardi di sterline a 36 miliardi, soprattutto a causa del deficit negli scambi, aumentata da 7,4 milioni a 143 milioni di sterline.
Cosa potrebbe fare la Bank of England?
Prima di procedere effettivamente con una misura in tal senso, però, è altamente probabile che la BoE aspetti almeno un altro paio di settimane, durante le quali sono attesi altri dati chiave: l’indice dei prezzi al consumo, i dati sulle vendite, l’occupazione e l’indice Pmi. La banca si riunirà verso la fine del mese.
Quali sono le prospettive future?
La partita dell’economia britannica si gioca chiaramente sulla capacità o meno del governo di Boris Johnson di riuscire a chiudere un accordo commerciale di libero scambio con i paesi dell’Unione Europea entro dicembre 2020, dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue (alla fine del mese). Restano i dubbi che ciò sia possibile: proprio tali perplessità stanno frenando la crescita.
In compenso, in mattinata il Ftse 100 ha aperto in area positiva, superando gli altri indici europei con lo 0,6% e arrivando a un massimo di 7635 punti, grazie alle buone performance delle aziende che, al suo interno, generano guadagni tramite scambi che avvengono per lo più con l’estero - beneficiando dunque di un deprezzamento della sterlina. La valuta britannica stamattina è arrivata a 1,26 valuta britannica, mentre il cambio EUR/GBPha raggiunto quota 0,857.
Allo stesso tempo, i dati di novembre tengono anche conto dell’incertezza che permeava il Regno Unito nelle settimane tra settembre e novembre. La campagna elettorale in vista delle elezioni che, il 12 dicembre, hanno poi finito per confermare Boris Johnson (e il suo “Get Brexit done”), l’incertezza non solo sulle modalità della Brexit, ma anche sulla stessa eventualità che questa avesse effettivamente luogo (i laburisti di Jeremy Corbyn avevano promesso un secondo referendum a tal proposito) e, prima ancora, le trattative di Johnson per raggiungere un accordo con Bruxelles, infatti, sono stati tutti fattori che hanno contribuito a una resa così debole a livello economico.
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