ASOS, la peggiore performance della Borsa di Londra
Quest’anno la società attiva nella vendita di abbigliamento online ha perso ben il 79% del proprio valore a causa del rallentamento economico ma anche sulla scia delle dinamiche interne all’azienda.
Il caso
ASOS, l’azienda che si occupa della vendita di abbigliamento online, è tornata sotto i riflettori degli investitori anche se non per una nota di merito. Infatti, il titolo ha perso ben il 79% del proprio valore da gennaio a causa del rallentamento economico che attanaglia il Regno Unito - e che riduce la propensione al consumo - ma anche per l’aumento dei costi e del debito aziendali.
La performance estremamente negativa l’ha quindi fatta diventare la peggiore società dell’intera Borsa di Londra.
Tuttavia, c’è da notare che ASOS non è l’unica società dell’abbigliamento online che è stata pesantemente colpita durante il 2022, dove il rialzo dei tassi di interesse e un incerto scenario macroeconomico hanno pesato molto anche su altri settori.
Infatti, tra i perdenti di quest’anno risultano anche i concorrenti Zalando e Boohoo le cui azioni sono in calo rispettivamente del -53% e del -71%.
Il minimo comun denominatore che ha zavorrato le quotazioni delle società di cui sopra è stato quindi la politica monetaria restrittiva delle banche centrali che ha causato un aumento del costo del denaro in modo da frenare la crescita delle pressioni inflazionistiche.
Questo ha però ridotto la spesa dei consumatori verso beni non necessari, come quelli relativi al vestiario non di lusso, causando un calo dei ricavi per le aziende operanti nel settore.
Tuttavia, nonostante lo sfidante scenario macroeconomico, ASOS ha sofferto più dei suoi competitors a causa di problemi interni. La società ha infatti sostituito presidente e amministratore delegato in soli 18 mesi mentre all’inizio di dicembre il direttore finanziario ha annunciato di lasciare la società.
Il nuovo amministratore delegato, Jose Antonio Ramos Calamonte, ha quindi presentato un piano di ristrutturazione aziendale volto a ridurre drasticamente i costi, esplosi durante l’espansione nel periodo della pandemia.
Un altro problema che ha contribuito ad affossare le azioni ASOS deriva dal livello del debito aziendale con la società che a ottobre ha rinegoziato i termini di una tranche da £350 milioni con un’estensione fino al 2024. Il prossimo anno, dunque, i riflettori continueranno ad essere puntati sul debito di ASOS.
Le previsioni
Nonostante il calo record del titolo ASOS, le azioni rimangono molto sottovalutate rispetto all’andamento degli scorsi anni con gli investitori che ora si aspettano una ripresa delle quotazioni in linea con un miglioramento dello scenario macroeconomico. Il rapporto prezzo/utili è sceso infatti dai 90 durante il boom del 2020 fino agli attuali 25.
Dal nostro punto di vista il titolo continuerà a mostrare delle incertezze ancora nella prima parte del 2023 mentre uno stabilizzarsi della situazione macroeconomica (calo dell’inflazione e una stabilizzazione dei tassi di interesse) potrebbe indicare un forte rimbalzo del titolo.
Tuttavia, determinanti saranno anche le dinamiche societarie interne che potrebbero frenare l’accelerazione al rialzo nel breve termine.
Dal lato tecnico, un ulteriore ribasso del titolo potrebbe spingere le quotazioni ad aggiornare i minimi odierni fino al bottom storico fissato sul supporto in area £4,13, minimo del 10 febbraio 2010.
Nonostante ciò, un eventuale ripresa potrebbe spingere le azioni fino alla prima resistenza significativa fissata a £5,63 mentre un’ulteriore accelerazione in tal senso potrebbe spingere il titolo fino alla successiva soglia posta a £6,18, picco del 7 dicembre.
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