Azioni Juventus ai minimi da un mese, pesa l’incertezza sulla ripartenza della serie A
Il titolo dei bianconeri perde oltre il 7% in giornata dopo aver assorbito le novità del Decreto Rilancio. Resta ancora il dubbio sulla sorte del Campionato di Serie A, si valuta ipotesi playoff
Tra le categorie più colpite dalle restrizioni richieste dal coronavirus, dopo le compagnie aeree e le grandi case del lusso (che comunque si avviano verso una ripresa, con la riapertura dei mercati asiatici) ci sono anche le società sportive. In giornata le quotate in Borsa soffrono ribassi da 1,5 punti percentuali (A. S. Roma) ai 3,5 della Lazio, ma la performance peggiore è sicuramente quella della Juventus: -7,49%, il minimo da oltre un mese.
Lo sport sarà l’ultimo settore a ripartire?
Le norme che regolano la ripresa dell’attività sportiva agonistica e della serie A, contenute nell’ultimo decreto legislativo (quello del 17 maggio) prevedono il divieto di eventi sportivi fino al 14 giugno. Il provvedimento annulla di fatto la ripresa del campionato, prevista per il 13 giugno – a meno che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ammetta una deroga al decreto.
Il giro d’affari attorno alla ripresa della Serie A è molto più ampio dei biglietti già venduti o degli abbonamenti da rimborsare. Sono infatti a rischio le rate che le emittenti televisive devono ancora pagare alla Lega Calcio, che proprio oggi si è riunita in Commissione Diritti tv per valutare se procedere con una lettera di diffida. Le emittenti (tra cui Sky, Dazn, Img) non hanno infatti intenzione di pagare i diritti per l’ultimo bimestre, 220 milioni di euro.
Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, si era schierato nettamente contro la sospensione del Campionato: “Con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro”, dichiarava già alla fine di aprile. Eppure lo scontro tra chi vuol tornare a giocare a pallone (Figc, ma anche la Lega Serie A, presieduta da Paolo Dal Pino, che nelle ultime settimane si era detto perfettamente allineato alle parole di Gravina su un lavoro in sinergia con il Governo) e chi invece preme affinché prevalga la prudenza.
Davanti al Decreto Rilancio di domenica scorsa Gravina ha ammorbidito i toni, ma non accantona l’idea di concludere il Campionato e continua a propugnare l’ipotesi dei playoff.
Cosa cambia per le squadre di calcio?
Da un parte dunque le ragioni dell’economia, ma dall’altra quelle della salute. La ripresa delle competizioni sportive, ma anche degli stessi allenamenti, è infatti severamente condizionata dal rispetto delle restrizioni per contenere il Covid-19 – che per altro già da tempo è arrivato a contagiare diversi giocatori, uno fra tutti Paulo Dybala, che sarebbe risultato positivo anche dopo 39 giorni dal primo test.
L’eventuale ripresa del campionato non può d’altra parte prescindere dagli allenamenti, e proprio questi sono il punto dolente dell’ultimo decreto. Le linee guida fornite dal Governo sono state infatti giudicate piuttosto blande e manca ancora un accordo sulle modalità del ritiro dei calciatori, le misure di quarantena in caso di positività e la responsabilità die medici sociali.
Come ha reagito il titolo Juventus?
Tanta incertezza pesa soprattutto sulle azioni Juventus, che dall’inizio dell’anno ha perso il 30% del suo valore con un picco del 56,13% tra il 17 febbraio e il 9 marzo, a cavallo dell’annuncio della retrocessione (non sul campo, ma sul mercato) dal Ftse Mib al Mid Cap, che riunisce le società a media capitalizzazione.
D’altra parte, la Juventus si affacciava alla più grave crisi economica dopo quella degli anni Trenta con già due aumenti di capitale alle spalle da 300 milioni di euro ciascuno, che già avevano impattato duramente sulla performance del titolo.
Al momento, le azioni Juventus viaggiano a quota 0,885 euro l’una, in ribasso del 7,36%.
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