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Amos Genish rassegna le proprie dimissioni, sfiduciato dal Consiglio di amministrazione. Alla base della decisione presa nel corso della riunione straordinaria di stamane, il sì di Genish all'idea di creare un unico operatore di rete attraverso la fusione di Telecom ed Open Fiber.
Si confermano così i rumors degli scorsi giorni che sostenevano come i due maggiori azionisti di riferimento del gruppo (i francesi di Vivendi ed il fondo Elliott) stessero già da tempo considerando tale evenienza, accentuata poi dalla maxi svalutazione d'avviamento da 2 miliardi annunciata dal gruppo lo scorso giovedì.
La compagnia telefonica italiana si prepara ora al passo indietro del suo attuale amministratore delegato, consegnando provvisoriamente i propri poteri esecutivi al presidente, Fulvio Conti.
Genish è stato nominato l'anno scorso per gestire l'ex monopolio italiano delle telecomunicazioni. Fin da subito, il rapporto tra Genish ed il fondo americano non è stato facile. Gli equilibri di TIM sono cambiati diversi mesi fa, quando il fondo attivista Elliott ha strappato il controllo del Consiglio di amministrazione.
Fulvio Conti, espressione del fondo Elliott, avrà ora i poteri esecutivi. Il fatto che da sempre il fondo americano sia favorevole ad uno spin-off della rete potrebbe accelerare il processo di divisione delle infrastrutture da rete dal business della telefonia.
TIM non ha ancora rilasciato dichiarazioni a riguardo. Già nota è invece la data del prossimo cda, fissato il prossimo 18 novembre.
TIM: il titolo in borsa
"Il titolo in borsa di ieri rimane ben intonato e sembra voler proseguire il rialzo di ieri", commenta a caldo il nostro analista, Vincenzo Longo, aggiungendo che per ora il recupero dai minimi di ottobre viene ostacolato dalla resistenza collocata a 0,55-0,56 euro.
"Sebbene il movimento dell'ultima settimana rimanga costruttivo (uscita dal canale ribassista estivo), è necessario superare almeno quota 0,60 euro per allontanare il pericolo di imminenti cali".