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BNP Paribas perde terreno e, oltre a lasciare sul listino di Parigi circa il 4% della propria capitalizzazione, conferma un’evidenza chiara tra i player del settore bancario europeo: le grandi banche europee stanno tentando di trovare nuovi settori in cui generare profitti. Tra le voci di costo da compensare, fatte da parte le spese per ristrutturazioni e consolidamenti patrimoniali, la priorità degli istituti di credito si concentra sulle ingenti spese, necessarie a tenere il passo sul fronte tecnologico coi cambiamenti epocali. Tra questi anche HSBC, che ieri ha pubblicato utili sorprendentemente alti a +28%.
La maggiore banca francese ha annunciato in mattinata risultati del terzo trimestre in calo. I ricavi del gruppo sono scesi dello 0,4% a 10,35 miliardi di euro, al di sotto dei 10,61 miliardi attesi dagli analisti. La crescita generata dalla divisione servizi finanziari internazionali ha però contribuito ad un complessivo aumento degli utili netti, cresciuti del 4%, a 2,12 miliardi di euro. In crescita anche i costi operativi, saliti del 2% nel corso del trimestre a causa delle maggiori spese in revisioni tecnologiche.
Per quanto riguarda la controllata italiana Bnl, i prestiti del terzo periodo sono saliti del 2,1% rispetto al 2017, mentre i depositi sono cresciuti del 2,7%. A scendere sono stati invece i ricavi (comprensivi del comparto Private Banking) scesi dell'8,3% a 660 milioni di euro.
Tra le divisioni che si sono mosse peggio, il business corporate e quello investment banking delle filiali europee, che hanno affrontato un periodo di debolezza a causa delle difficili ed incerte condizioni di mercato. La banca ha infatti riferito che anche, analogamente al caso italiano, anche le filiali francesi e belghe rimangono deboli a causa dei tassi d'interesse ancora molto bassi.
Positivi i numeri del settore dei servizi finanziari internazionali, motore della crescita negli scorsi trimestri. La divisione include il mercato dei mutui e gestisce le filiali americane e dei Paesi emergenti che, oltre al rialzo dei rendimenti americano e alla conferma di solidità del dollaro Usa, hanno risentito nel terzo trimestre del deprezzamento della lira turca.
"I risparmi che genereremo una volta entrati nel prossimo anno” ha commentato il Cfo della banca Lars Machenil “dovrebbero riportarci in territorio positivo".