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Camfin conferma la propria presenza nell’azionariato di Pirelli. A comunicarlo è una nota della società di pneumatici, nel giorno di scadenza della clausola di lock-up. Il titolo apre negativamente la giornata a Piazza Affari, calando del 3% ed allungando la perdita oltre il 4,5%, al di sotto dei 6,80 euro per azione.
A pesare sulla quotazione del gruppo della Bicocca anche la decisione della banca svizzera Ubs di rivedere il proprio giudizio sull'azienda. Gli analisti hanno tagliato la raccomandazione da buy a neutral, con un passaggio di target price da 8,5 per azione a 7,6. A monte della scelta, la possibilità che la società non raggiunga i propri obiettivi annuali.
Marco Tronchetti Provera & C., Fidim, Massimo Moratti e Finanziaria Alberto Pirelli hanno confermato il proprio impegno a restare nell’azionariato di Camfin per i prossimi tre anni. Camfin, holding composta dai soci italiani di Pirelli detentori dell’11,35% della società, continuerà così a mantenere “una quota leggermente superiore al 10%”, cifra confermata dalla stessa società di pneumatici. UniCredit, anch’essa sottoscrittrice, avvierà invece un confronto con i soci: "UniCredit ha preso positivamente nota di quanto comunicato dagli altri azionisti e ha manifestato la propria disponibilità ad avviare un confronto" con coloro che restano nel capitale.
La clausola di lock-up, della durata di 12 mesi e sottoscritta in sede di Ipo, aveva la finalità di tutelare l’andamento della quotazione, evitando pressioni sull’offerte ed oscillazioni eccessivamente negative nel suo primo anno di borsa.
Tra coloro che usciranno dall’accordo spiccano i nomi di Carlo Acutis e Manzoni Srl. Yura International e Vittoria Assicurazioni, facenti capo a Carlo Acutis, a seguito dall’uscita da Camfin, otterranno una liquidazione; Manzoni Srl, a sua volta facente capo ad Intesa Sanpaolo, ultimerà il proprio iter entro la fine di quest’anno mediante l’attribuzione di azioni Pirelli.
Prima del riassetto, le partecipazioni di Camfin erano in mano a Mtp, per il 42%, a Fidim (famiglia Rovati), per il 18,51%, ad Intesa e UniCredit, per il 12%,ad Acutis per il’8,49%, a Massimo Moratti, per il 2,38%, e ad Alberto Pirelli, per il 4,6%. Differente la distribuzione dei diritti di voto, con il 64% a Mtp ed il 18% rispettivamente ad Intesa Sanpaolo e UniCredit.
Guardando invece all’azionariato di Pirelli e fatta da parte la holding, tra i principali soci compaiono i nomi della cinese Chemchina, detentore del 45,5% del capitale, la lussemburghese Long Term Investments (LTI), holding controllata da Sergey Sudarukiv, avente il 6,2% del gruppo italiano.
"Tutto ciò a conferma della fiducia nel percorso di creazione di valore intrapreso da Pirelli e dal suo management nell’ambito della partnership con ChemChina", proseguie infine la nota dell’azienda.