EUR/GBP: nuovi rialzi all'orizzonte? L'incognita Brexit e il toto elezioni europee
Undici giorni di rialzi per l'euro/sterlina. Sul cambio pesa il fattore Brexit e i possibili scenari successivi alle europee. Morgan Stanley: ogni ritrovato equilibrio non durerà a lungo; Goldman Sachs: view stabile ma a tendere.
Undici giorni di rialzi consecutivi, per una variazione complessiva del 2,7% a favore della moneta unica. Stabilizzatosi in area 0,8770, il cambio EUR/GBP prende ora fiato, dopo aver riconquistato terreno nelle scorse sedute, tornando a quotare sui livelli di metà febbraio.
Sterlina: non è tempo di bilanci
Secondo Morgan Stanley, al momento ogni ritrovato equilibrio sulla sterlina potrebbe non durare a lungo, considerate le scarse chances nella mani dell’attuale governo May, il cui accordo è stato bocciato già tre volte dal Parlamento.
Maggioranza ed opposizione cercheranno di limare alcuni aspetti chiave della proposta concordata dalla premier con Bruxelles, con l'obiettivo (difficile) di raggiungere un deal da votare a maggioranza il prossimo 3 giugno. Entro la prima settimana di giugno, inoltre, May dovrebbe lasciare l'incarico.
Brexit: l'effetto no-deal sul pound
Come ormai si ripete da mesi, il peggioramento dei dialoghi tra le parti, nonché la presa di posizione dei rappresentanti di partito sulle clausole per l’uscita dall’Unione fanno riemergere sul mercato i timori di una Brexit senza accordo, il no-deal, la peggiore delle situazioni possibili e la ragione cardine che ha spinto l’autorità europea a concedere sette mesi di tempo in più al Regno Unito.
Se si allargano gli orizzonti, a partire da inizio anno la sterlina ha guadagno sull’euro attorno al 2,6%, (con picchi massimi attorno al 3,5%), perdendo però sul medesimo periodo il 6% circa contro dollaro. Sulla sterlina le perdite sono accelerate dopo che il leader dell'opposizione, Jeremy Corbyn, si è tirato indietro dai colloqui incrociati con Theresa May, volti a concordare un’ulteriore ultima possibilità all’accordo soft.
Brexit: scenari e possibili soluzioni
Ciò che si domandano ora i mercati è a quali possibili scenari ci si troverà di fronte nei mesi a venire. Sul tavolo restano tre macro opzioni: la prima, quella della revoca dell’Articolo 50, più volte esclusa dalla Camera dei Comuni e che andrebbe contro la volontà popolare; la seconda, quella del no-deal, la peggiore delle soluzioni possibili, che rischierebbe di lasciare il Regno Unito all’angolo (sotto le regole penalizzanti dell’Organizzazione mondiale del commercio, WTO). In caso di no deal, gli operatori puntano al raggiungimento della parità sul cambio EUR/GBP.
Elezioni europee 2019: come potrebbero influire
Oltre alle soluzioni più estreme, i parlamentari del Regno Unito potrebbero decidere: di riunirsi, per discutere un nuovo accordo (tendenzialmente la versione rivista da Corbyn) da proporre a Bruxelles prima della scadenza del termine; di indire un nuovo referendum (ipotesi anch’essa più volte bocciata dai Comuni); di andare ad elezioni anticipate, per rinnovare l’esecutivo prima di delineare la nuova strada verso l’uscita dall’Ue.
A riguardo, la scelta della strada più conveniente (specie per l’opposizione dei laburisti) potrebbe essere valutata alla luce del voto europeo del prossimo 26 maggio, quando anche la Gran Bretagna sarà chiamata alle urne. Dalle preferenze che emergeranno in sede europea, potrebbe dipendere la decisione inglese.
EUR/GBP: l'analisi di Morgan Stanley
Sebbene gli analisti di Morgan Stanley non escludano l’eventualità di un incremento del cambio EUR/GBP a favore del primo fino a 0,9100, l’obiettivo della banca a fine 2019 resta fermo sulla previsione di 0,8400 (scenario che implicherebbe lo scampato pericolo per il mercato UK di rientrare sotto i parametri WTO).
EUR/GBP: l'analisi di Goldman Sachs
Parallelamente, secondo gli esperti di Goldman Sachs al momento è troppo presto per farsi prendere dal panico sulla sterlina. "Nonostante vi siano rischi a ribasso di breve termine, non prevediamo un deprezzamento sostenuto del pound inglese e al momento manteniamo le nostre previsioni inalterate”.
Di certo, più il limbo sulla Brexit sarà lungo, più l’esito elettorale potrebbe pesare sulla sterlina e sulle decisioni del partito conservatore. A detta degli esperti, le ragioni per acquistare la valuta inglese nell’attuale fase di debolezza sarebbero davvero poche. La view cambia però su un arco temporale più lungo: ad inizio anno la banca d’affari aveva pronosticato un apprezzamento del pound nei confronti della valuta unica fino a 0,8500.
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