Lyft debole sul Nasdaq. Il ride-sharing è un investimento sostenibile?
Azioni Lyft ancora in calo sull'indice Nasdaq. Nuovi segnali di debolezza in vista dell'IPO della rivale Uber. Mercati scettici sulla sostenibilità della condivisione di passaggi via auto: peggiorano la congestione del traffico.
Seguaci dell’investimento sostenibile contrari all’acquisto di Lyft (e, presumibilmente, di Uber). L’idea di un'azienda che offre passaggi privati a singoli clienti in macchina non arrecherebbe alcuna miglioria all’enorme problema della congestione del traffico e, di rimando, al complessivo impatto sul clima.
Investimenti sostenibili: bocciati Lyft e Uber
Lyft e Uber si sono fatte largo sul mercato a stelle e strisce proponendo un business improntato a disincentivare le persone dall’acquisto (e dall’utilizzo) di automobili, promuovendo servizi di trasporto condivisi. La riduzione delle auto private, tuttavia, non è un obiettivo ecologico di per sé. Non solo: secondo l’opinione dei più, aumentando le proprie flotte di veicoli, le due aziende starebbero intasando ulteriormente il traffico, influenzando i singoli a scegliere l’automobile al posto delle alternative via treno ed autobus.
Lyft e Uber prevedono inoltre che il conducente si rechi là dove il cliente richiede il passaggio, aumentando così la pratica del “deadheading”, che include lo spostamento gratuito del servizio in loco.
Non da ultimo, secondo una ricerca condotta dall’Università della California nel 2017, da quando la scorciatoia delle applicazioni via telefono ha preso piede, sono cresciuti gli utilizzatori di servizi che, in precedenza, optavano per lunghe passeggiate.
Uber e Lyft influenzano la scelta dei passeggeri
Il Chief Policy Officer di Lyft, Anthony Foxx, ha dichiarato che la società ha adottato diverse misure per combattere la congestione, tra cui quella di mostrare all’interno della sua app, gli orari di arrivo di autobus e mezzi pubblici in zona. Lyft ha inoltre dichiarato di aver speso nel 2018 milioni di dollari per adeguarsi alle nuove normative sulle emissioni di carbonio.
Uber non ha invece dato modo ai propri dirigenti di replicare. L’azienda ha però iniziato ad investire, tra le altre cose, nello sharing di biciclette. L’amministratore delegato del gruppo, Dara Khosrowshahi, aveva dichiarato a settembre di voler impiegare 10 milioni di dollari per studiare soluzioni su come decongestionare il traffico americano. Primo argomento di discussione: le tariffe di circolazione.
A conti fatti, l’unico modo in cui Uber e Lyft potrebbero influenzare l’opinione degli automobilisti sarebbe farsi in prima persona promotori dell’auto elettrica.
Azioni Lyft: al momento, solo cali
I dubbi circa la sostenibilità del business delle aziende del ride-sharing giunge in una settimana delicata per Lyft, dopo la quotazione in borsa dello scorso venerdì. Prima dell’effettiva IPO, l’azienda aveva alzato la propria forchetta di prezzo da 62-68 dollari per azione, a 70-72 dollari, per un totale di 30,77 milioni di titoli collocati.
Il titolo è stato oggetto di forte volatilità sia nel corso della seduta di venerdì, quando ha aperto sull’indice Nasdaq sopra area 87 dollari concludendo la giornata poco sopra i 78 dollari, sia ieri, quando l’azienda ha registrato un calo dell’8% da $75 a $69.
Poco vigore per il titolo Lyft anche nella giornata di oggi che, fatto da parte il picco massimo a 70 dollari, si è poi ribilanciato sulla soglia dei 67 dollari per azione.
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