No dell'Europa alla fusione Siemens-Alstom. Vestager: innovazione e concorrenza a rischio
No al merger tra le società tedesca e francese: sfuma il progetto di creare il maggior player ferroviario europeo. Titolo Alstrom guadagna fino al 7%; Azioni Siemens in ribasso frazionale. Bene la spagnola degli intercity, Talgo.
Bruxelles blocca la fusione tra i treni di Alstom e la tecnologia di Siemens. Secondo la Commissione Ue, l’accordo sarebbe "incompatibile" con gli equilibri del mercato interno, al punto da danneggiare la concorrenza. Ciò comporterebbe l’insorgere di tre problemi: prezzi più elevati, minor varietà dell’offerta, meno innovazione.
Di parere opposto Francia e Germania, che hanno criticato la decisione dell’istituto centrale, chiedendo la disposizione di una riforma volta a superare le regole europee sulla concorrenza, che permetta la creazione di “campioni” europei.
Numeri alla mano, il mercato sembra aver recepito bene la decisione dell’Europa, con il gruppo francese Alstom che arriva a guadagnare il 3,6%, la tedesca Siemens in calo marginale (-0,7%) ed il competitors spagnolo delle due, Talgo, in accelerata a ridosso del +7%.
L’idea di creare un player franco-tedesco delle ferrovie, leader nei sistemi di segnalazione e nel settore dei treni ad alta velocità resta al momento solo un’idea.
Già a novembre l’autorità alla concorrenza Ue, nella persona del commissario Margrethe Vestager, aveva sollevato alcuni dubbi circa la sostenibilità del progetto che, inserito nel mercato ferroviario europeo, avrebbe scaricato sui consumatori (sia utenti che contribuenti) il costo di tale operazione.
La fusione avrebbe creato “il leader indiscusso in alcuni mercati di riferimento” dell’Unione, attore dominante nel segmento dei treni ad altissima velocità. Secondo Vestager, la nuova realtà avrebbe ridotto notevolmente la concorrenza, privando i clienti, compresi gli operatori ferroviari e i gestori dell'infrastruttura ferroviaria, di una offerta maggiore e diversificata.
"La Commissione ha vietato la fusione perché le società non erano disposte ad affrontare i delicati problemi di concorrenza" che caratterizzano oggi il mercato dell’Unione. Vestager ha infine sottolineato la necessità per l'Europa di seguire una “strategia industriale forte”, che ben si inserisca all’interno del “nostro mercato unico”.
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