Prezzo azioni Eni: 5 cose da sapere sul primo gruppo energetico italiano
Eni positiva a Piazza Affari spinta dal rialzo delle quotazioni del petrolio e in attesa dei risultati trimestrali di domani. Bene i conti della controllata Saipem: confermata la guidance 2019. Prezzo del petrolio sui massimi 2019
Movimenti sopra al 2% per Eni, che riapre dopo le festività di Pasqua a quota 15,50 euro per azione. Il rialzo del titolo fa seguito anzitutto alla forza delle quotazioni del petrolio, sui massimi da 6 mesi sull’annuncio che gli Stati Uniti non rinnoveranno l’esenzione sulle sanzioni per gli otto Paesi importatori di petrolio iraniano concesse da Washington lo scorso novembre. Tra queste, l’Italia, che nel corso degli ultimi mesi ha però limitato fino ad azzerare gli ingressi di greggio da Teheran.
Eni su Iran, Venezuela e Libia
Il gruppo petrolifero, primo in Italia e decimo tra le società di settore quotate più grandi al mondo, rilascerà domani i risultati relativi al primo trimestre 2019. Nelle scorse ore Eni ha confermato di non essere presente sul mercato iraniano e di non aver mai fatto ricorso al petrolio del Paese durante il periodo di esenzione accordato dagli Stati Uniti.
Oltre che a Tehran, il movimento a rialzo delle quotazioni del greggio si lega al taglio della produzione di petrolio deliberata a dicembre 2018 dall’organizzazione mondiale dei principali produttori di petrolio (Opec) assieme con la Russia, nonché alle tensioni politico-economiche che hanno rallentato l’attività produttiva in Venezuela e Libia. Proprio con la Libia il cane a sei zampe potrebbe avere qualche problema: il 70% circa della produzione di Tripoli è infatti in mano a Eni, seguita da Gazprom e Total.
Eni su Bahrein, Emirati Arabi ed Oman
Per giocare d’anticipo sui possibili ostacoli che il gruppo si troverà a fronteggiare nei periodi a venire, Eni sta orientando sempre più il proprio business negli Emirati Arabi, in Oman e in Bahrein. In tal senso, Tatweer Petroleum, compagnia petrolifera pubblica del Bahrein, ha reso nota ieri l’intenzione di siglare entro le prossime due settimane un accordo con Eni per l'esplorazione e lo sviluppo di un sito produttivo off-shore nel Paese. Non solo: Eni avrebbe inoltre stretto un’alleanza con Fincantieri, Terna e Cassa Depositi e Prestiti per sviluppare nuove tecnologie per la produzione di energia da moto ondoso.
Conti Saipem prima di Eni
In attesa dei risultati trimestrali, Eni concentra l’attenzione sui risultati della sua controllata, Saipem, che giovedì scorso ha confermato la guidance 2019, nonostante sul mercato manchino ancora netti segnali di ripresa. Saipem ha riportato una crescita dell’utile adjusted nei primi tre mesi pari al 28% (a 274 milioni di euro) grazie alla divisione core Engineering & Construction. Bene anche i ricavi, aumentati del 12,6% a 2,16 miliardi di euro oltre il consensus di mercato (a 2,06 miliardi).
Il titolo Saipem quota oggi a Piazza Affari in crescita del 3,5% circa.
Azioni Eni: raccomandazioni e target price
A partire da inizio anno e rispetto ai prezzi correnti, le azioni Eni hanno registrato una performance del +15%, in linea col movimento del greggio, le cui quotazioni hanno recuperato part delle perdite dell’ultimo trimestre 2018 con un +45%.
In base alle raccomandazioni della piattaforma Reuters, attualmente il 38% degli analisti propende per una posizione strong buy sul titolo, seguito dal 31% di indicazioni buy. Il 23% della piazza guarda ad Eni in un’ottica hold, mantenere, mentre l’8% propende per il sell. Nessuno ha espresso giudizio strong sell.
Nel corso dell’ultimo bimestre anche i target price sul cane a sei zampe sono cresciuti, con un valore mediano delle valutazioni passato da 18 euro per azione, ai successivi 18,15 e 18,30 (in linea col prezzo obiettivo espresso a marzo da Berenberg). Più generosa la stima di SocGen, che ha indicato a fabbraio il livello di 18,50, seguita da Credit Suisse (Europe) che lo scorso mese ha fissato il target di Eni a 20,50 euro.
Conti Eni: previsioni e dati al dicembre 2018
Eni ha chiuso il 2018 con ricavi caratteristici attorno ai 75,8 miliardi di euro, in crescita del 13% rispetto all’anno precedente. L'utile operativo si è fermato a 10 miliardi di euro, oltre gli 8 miliardi di fine 2017, mentre l'utile aggiustato ha toccato i 4,59 miliardi (+93% rispetto all'esercizio pregresso). A livello di utile per azione, l’eps di Eni aggiustato all’ultimo trimestre si è portato a 0,68 (0,43 nel periodo conclusosi a settembre). Le attese indicano un eps per il primo quarter 2019 a 0,33, con ricavi previsti a 15,26 miliardi.
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