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La crescita robusta di LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton SA nel corso del terzo trimestre non è abbastanza per il mercato, che penalizza il titolo ad inizio giornata con un -5%. A pesare sono i ricavi inferiori alle attese: gli 11 miliardi e 380 milioni di euro del Q3 deludono l’attesa degli analisti che, fatto fermi gli 11 miliardi, di milioni ne prevedevano 560.
I dati della società del lusso sono arrivati nella serata di ieri a mercati chiusi. La reazione negativa che ha dato il buongiorno al titolo modaiolo ha influenzato l’intero comparto del lusso: a Piazza Affari Moncler si porta in territorio negativo oltre il -4,50%; male anche Salvatore Ferragamo, che registra un movimento ribassista tra 2,5 e 3,5 punti percentuali. Ulteriori dettagli sui numeri dell’ultimo quarter da parte di LVHM saranno forniti oggi stesso in una call con gli azionisti.
Sul settore pesa oggi il downgrade ad "underperform" di Morgan Stanley che parla di un mercato della moda "non più di moda".
Ricavi a +10%, pesa il rischio di un rallentamento cinese
Nonostante la diffidenza del mercato, le vendite della compagnia francese sono cresciute del 10% anno su anno nel solo terzo trimestre. La diffidenza di un rallentamento dell’economia cinese, penalizzata dall’imposizione di tariffe commerciali sempre più rigide, non ha ancora trovato realizzazione sul mercato: gli acquirenti del Dragone continuano infatti a scegliere l’eccellenza europea.
La potenza più influente al mondo del comparto del lusso, proprietaria di marchi di prestigio quali Louis Vuitton, Celine, Christian Dior e Givenchy, ha confermato il proprio slancio commerciale con ricavi organici. Nei primi nove mesi del 2018, la società ha registrato un fatturato totale di 33,1 milioni di euro ($ 38 milioni), con un aumento dell'11% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
LVMH: performance organica e su più livelli
Entrando nel merito della crescita, tra le divisioni aziendali più performanti compaiono "Fashion & Leather Goods", "Perfume & Cosmetics" e "Watches & Jewelry", cresciute del 14% su base annua nei primi nove mesi del 2018. Positivi anche i dati della vendita al dettaglio cosiddetta “selettiva", relativa alle realtà Sephora e DFS, che, nello stesso periodo, hanno ottenuto una crescita organica delle entrate dell'8%.
Il lusso sposa la tecnologia. Obiettivo: Pechino
Nel suo complesso, il gruppo LVMH ha compiuto grandi sforzi per calibrare la propria offerta alla domanda del lusso della Cina d’alto rango.
Louis Vuitton ha superato gli altri marchi del comparto lusso, spingendo sulla sensibilizzazione digitale dei consumatori cinesi ed abbracciando un percorso creativo di marketing su WeChat, la più importante app social del Dragone.
Analogamente, Christian Dior, acquisito dal gruppo nel secondo trimestre del 2017, ha cercato di attirare consumatori della Generazione-Z posizionandosi sui principali canali social sui quali sono attivi i giovani cinesi. Tra questi, Douyin.
Da ultimi, il marchio di liquori premium Hennessy ha rafforzato la propria partnership con Tmall di Alibaba, il più grande mercato business-to-consumer in Cina. Il nuovo accordo consentirà a Hennessy di accedere all’intero database di Alibaba per ottenere maggiori informazioni sui comportamenti dei consumatori cinesi. Nel frattempo, Sephora ha lanciato il mese scorso il suo primo concept store al dettaglio a Shanghai, utilizzando la tecnologia nel settore della bellezza per offrire un'esperienza di acquisto nuova e totalizzante.