Uber pronta all'IPO più grande del 2019? Ingresso a Wall Street da $10 miliardi
Periodo caldo per le IPO: dopo l'offerta iniziale di Lyft, Uber pronta a New York. Obiettivo: 10 miliardi di azioni. Giovedì la registrazione dell'offerta. Roadshow (rumors) nella settimana del 29/04. Sul mercato ad inizio maggio.
Periodo caldo per le IPO a stelle e strisce, che dopo il ritorno in Borsa di Levi Strauss (dopo 35 anni), l'escalation del prezzo di Lyft (poi smentita dalle quotazioni) e le prime indicazioni sul social Pinterest, tratta ora coi numeri di quella che si profila per gli Stati Uniti come la maggiore Offerta pubblica iniziale del 2019: Uber.
IPO Uber: sul mercato ad inizio maggio
Nelle scorse ore l’azienda del ridesharing, Uber Technologies Inc, ha dichiarato di voler impegnarsi a vendere circa 10 miliardi di dollari di azioni, rendendo pubblica la registrazione dell'offerta pubblica iniziale questo giovedì. Circa le date esatte di ingresso sul mercato mancano ancora le conferma: i termini sarebbero al momento ancora soggetti a discussioni e modifiche. Fonti vicine all’azienda riportate da Reuters avrebbero però anticipato l’avvio del roadshow nella settimana del 29 aprile e successiva IPO ad inizio di maggio. La piazza di riferimento sarà la Borsa di New York.
Se confermata, una IPO di tali dimensioni farebbe di Uber una delle più grandi IPO tecnologiche della storia, dopo quella del gigante dell'e-commerce cinese Alibaba, approdato sul New York Stock Exchange nel settembre 2014 e andata pubblica con 21,8 miliardi di dollari d'azioni (quota salita poi a $24 miliardi dopo l’esercizio di alcune opzioni di vendita).
Uber IPO: confronto con l’IPO Lyft
Complessivamente, il gruppo mira a raggiungere una valutazione compresa tra i $90 e i $100 miliardi, sfruttando lo scarso interesse mostrato dal mercato nei confronti di Lyft appena dopo il primo giorno di contrattazioni (salita prima da 72 a 78 dollari per azione e scesa ieri al di sotto dei $68). Tale cifra risulterebbe inferiore alle stime dei principali banchieri d'investimento, che valutavano per Uber una valutazione fino a $ 120 miliardi. A livello di raccolta fondi privata, l’azienda è stata di recente prezzata $76 miliardi.
Diversamente da Lyft, colpita dalle preoccupazioni sul percorso di redditività futuro della startup, Uber conta di poter fare affidamento su basi più solide e su una storia leggermente meno recente: fondata nel 2009 a San Francisco, la società del trasporto automobilistico opera in 77 nazioni (Lyft in circa 200 città statunitensi) ed è considerata assieme ad AirBnb uno degli esempi più rappresentativi della cosiddetta sharing economy.
Uber: accuse, scandali e obiettivi
Per contrastare le accuse di chi ha tacciato la società di contribuire a congestionare il traffico, offrendo un’alternativa privata al trasporto pubblico, l’attività di Uber si è ampliata, includendo nell’offerta di “condivisione” anche biciclette e scooter, nonché una costosa divisione di auto a guida autonoma.
Nel corso del roadshow, l'amministratore delegato di Uber, Dara Khosrowshahi, dovrà convincere gli investitori che gli scandali che hanno coinvolto il gruppo nel corso degli ultimi due anni sono ormai acqua passata, e che la società ha via via affinato la propria “cultura” e le proprie pratiche commerciali. Tra le spiacevoli vicende di Uber compaiono l’hashtag #DeleteUber (diffuso dopo che l’azienda si è rifiutata di partecipare allo sciopero dei tassisti americani legato al bando sull’immigrazione del Presidente Donald Trump), le accuse dell’ex dipendente Susan Fowler (che ha definito l’azienda discriminante e sessista) e le dimissioni del fondatore, Travis Kalanick e di altri manager, l’ammissione da parte della stessa Uber di aver sottopagato gli autisti di New York (maggio 2018), il mancato rinnovo della licenza ad operare a Londra (per mancanza di responsabilità aziendale) e le accuse di furto di dati.
Nel 2018, il fatturato di Uber ha raggiunto gli 11,3 miliardi di dollari (contro i circa 2,16 miliardi di Lyft); male il dato sui profitti, con una nuova perdita sopra i 3 miliardi di dollari, tra le prime voci che il gruppo dovrà cercare di far rientrare in un periodo di tempo definito.
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