Biden si ritira dalla corsa presidenziale, poco impatto sui mercati
I democratici dovranno scegliere un nuovo candidato alle presidenziali di novembre. Probabile scelta: Kamala Harris.
Nella notte di ieri, è arrivata la notizia che già molti esperti aspettavano da qualche settimana ovvero che il ritiro del presidente in carica Joe Biden alle elezioni presidenziali di novembre. Non sarà Biden a sfidare Trump fra qualche mese. In una lettera il presidente ha affermato che: “È stato il più grande onore della mia vita servire come vostro Presidente. E sebbene fosse mia intenzione cercare la rielezione, credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese che io mi dimetta e mi concentri esclusivamente sull’adempimento dei miei doveri di Presidente per il resto del mio mandato”.
Dopo il ritiro alla corsa alla Casa Bianca Joe Biden ha dato il suo endorsement, il suo sostegno, alla vicepresidente Kamala Harris, ex procuratore generale della California.
Qual è stata la reazione dei mercati?
L’impatto sui mercati della decisione di Biden di ritirarsi è stato davvero minimo sia perché gli investitori scontavano questo scenario sia per il fatto che le probabilità di vittoria di Donald Trump non sono al momento diminuite (secondo molti potrebbero aumentare nel breve visto l’incertezza all’interno del partito democratico). Crediamo che una valutazione più accurata sugli effetti sui mercati possa essere effettuata solamente dopo la conoscenza del ticket completo dei democratici per la corsa alle presidenziali. Al momento si sono fatti i nomi di: Kamala Harris, Josh Shapiro (Governatore Pennsylvania), Gavin Newsom (Governatore California), Andy Beshear (Governatore Kentucky), Mark Kelly (Senatore Arizona), Gretchen Whitmer (Governatore Michigan), Raphael Warnock (Senatore Georgia) e Pete Buttigieg (Segretario del Dipartimento dei Trasporti).
Quello che continuiamo a notare sulle piazze finanziarie statunitensi è una marcata rotazione settoriale, forti passi indietro per i “magnificent seven” e per il settore tech, significativi rialzi, invece, per le aziende di “piccola”/ media capitalizzazione. A luglio l’indice Russell 2000 evidenzia un incremento del 7%, Dow Jones del 3%, poco mosso il Nasdaq 100.
Le ragioni di questa rotazione settoriale sono molteplici: un cambio di prospettive su un prossimo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, un aumento delle attese su un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e una situazione di ipercomprato per il settore tecnologico.
E il dollaro?
Non ci sono state variazioni significative per l’andamento del biglietto verde. US Dollar Basket si attesta a 103,80. Nel mese di luglio la valuta statunitense ha perso notevolmente terreno contro le principali divise internazionali sulla scia del cambio di attese degli investitori sulle prossime mosse della Federal Reserve. Al momento il mercato sconta con probabilità superiori al 95% (CME FedWatch Tool) che la FED possa decidere di tagliare il costo del denaro di 25 punti base nella riunione del FOMC del 18 settembre
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