Cambio euro dollaro ai massimi dal 2018 in attesa della Fed
Attese poche sorprese dalla Federal Reserve Usa, ma grande curiosità per l’outlook economico e apprensione per il pacchetto di aiuti federali allo studio del Congresso. Andamento EUR/USD ai massimi da due anni, a 1,17
Quella di ieri e oggi è la terza riunione della Federa Reserve dall’inizio della pandemia globale - l’ultima prima della pausa estiva. Gli analisti non si aspettano grandi sorprese, ma gli occhi sono comunque puntati sulla conferenza stampa del presidente Jerome Powell, stasera a mercati chiusi, dove si attende l’annuncio di ulteriori sforzi da parte dell’istituto centrale Usa. Nel frattempo si muove ancora sui massimi da due anni il cambio euro dollaro, che al momento viaggia a quota 1,1751 dopo che, lunedì, ha raggiunto il picco di 1,1781.
A spingere al ribasso il biglietto verde una serie di fattori collegati soprattutto alla pandemia di Covid-19, che continua a far tremare gli Stati Uniti. Dall’inizio della settimana il coronavirus è tornato a mietere circa mille vittime al giorno negli Usa, mentre a livello globale la situazione non promette scenari migliori: Hong Kong sta tornando sotto lockdown dopo aver registrato oltre cento nuovi casi nelle ultime 24 ore, mentre in America Latina ha ormai superato i quattro milioni di contagi.
Una corsa contro il tempo della Federal Reserve per evitare la crisi?
La maggioranza degli analisti non si attende movimenti eclatanti di politica monetaria da parte del Fomc (il Federal Open Market Committee della Federal Reserve statunitense) e concorda che possa mantenere i tassi sul dollaro prossimi allo zero nel prossimo futuro: un atteggiamento “wait and see” con l’intenzione di capire come si svilupperà la pandemia che minaccia di tornare a mettere in ginocchio l’economica del paese. Per lo meno, secondo quanto emerso dall’ultima riunione, quella di giugno, i funzionari sembrerebbero propensi a fornire una guidance sempre più precisa sul probabile andamento dei tassi.
Quanto alla conferenza stampa del numero uno della Fed, Jerome Powell, la terza riunione della Federal Reserve arriva proprio nel momento in cui anche il Congresso Usa sta lottando contro il tempo per rinnovare i sussidi federali disposti per arginare i danni economici della pandemia. Al momento si parla di una misura da mille miliardi di dollari, un notevole ridimensionamento del pacchetto originario, ma il dibattito al Congresso è iniziato solo lunedì - e già promette battaglia.
In effetti, fin dall’inizio della crisi da coronavirus la Banca centrale Usa ha raccomandato che le politiche monetarie si accompagnassero di pari passo a quelle fiscali. A poche settimane dall’annuncio dell’originario Quantitative Easing “infinito” della Fed (che durante l’acme della crisi economico-sanitaria, verso la fine di marzo e l’inizio di aprile, ha spinto la Banca centrale Usa a disporre acquisti al ritmo iniziale di 75 miliardi al giorno, successivamente scalati fino ad arrivare, oggi, a circa 80 miliardi di dollari al mese immessi nel sistema), il Congresso aveva risposto con un maxi-pacchetto di aiuti dal valore complessivo di 3.000 miliardi di dollari in aiuti a famiglie e imprese.
Cosa si prevede per l’incontro della Fed di oggi?
Se economia e andamento della pandemia sono strettamente collegati, sarà facile immaginare che le prospettive future della Federal Reserve non siano particolarmente ottimistiche.
I dati sulla disoccupazione fanno ancora preoccupare: la settimana scorsa il numero dei cittadini statunitensi che ha presentato domanda per un sussidio statale è tornato a salire, invertendo il trend della curva, e hanno già spinto a una certa preoccupazione il presidente della Fed.
“I mercati restano in trepidante attesa di capire se la Fed si spenderà in maniera più accomodante ancora una volta per sostenere l'economia e il mercato del lavoro che sembrano non ripartire. La paura è che un suo intervento non possa bastare ma serva solo a rimandare uno storno che sembra sempre più inevitabile” commenta Pietro Bellotti, Premium Client Manager di IG.
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Come si sta muovendo il dollaro?
Nel frattempo il dollaro staziona sui minimi da settembre 2018, in attesa delle conclusioni della Federal Reserve. Il cambio EUR/USD si mantiene ormai da due giorni a quota 1,17, con il dollaro pressato dal tortuoso iter del pacchetto di aiuti al Congresso mentre l’euro ancora beneficia dell’onda rialzista seguita all’annuncio del Recovery Fund europeo da 750 miliardi di euro.
Il dollaro cede anche nei confronti dello yen, con il cambio USD/JPY (大口) ai minimi da quatto mesi, a 105,033.
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