Cina dimezza i dazi su beni per 75 mld di dollari: indici globali in rialzo
Pechino ha annunciato un alleggerimento delle tariffe sui prodotti importati dagli Usa. L’obiettivo: rassicurare i mercati, ma anche l’accordo di “Fase 1” della guerra commerciale
Tagli del 50% su migliaia di beni importati dagli Usa, per un valore totale di 75 miliardi di dollari: è l’ultimo dei provvedimenti presi dalla Cina per infondere ottimismo sui mercati, dopo che il conto delle vittime del coronavirus ha raggiunto quota 563 e i casi di contagio sono saliti a oltre 28 mila.
In nottata, Pechino ha annunciato di voler dimezzare i dazi su 1.717 prodotti Usa. Il ministero delle Finanze ha parlato di tagli dal 5% al 10% su alcuni beni e dal 5% al 2,5% su altri, che riguarderanno i dazi imposti dalla Cina il 1 settembre su prodotti per 75 miliardi di dollari.
Il ministero ha aggiunto che, allo stesso tempo, la mossa intende allinearsi a quella analoga con cui gli Usa hanno alleggerito le sanzioni sui prodotti di importazione cinese, disposta con l’accordo di “Fase 1” a metà gennaio - quando dimezzarono dazi su alcuni prodotti passandoli dal 15% al 7,5%.
Disposto anche l’alleggerimento delle tariffe aggiuntive sul petrolioesportato negli Usa, che scenderanno dal 5% al 2,5% rispetto a quanto disposto a inizio settembre.
Le misure entreranno in vigore da entrambe la parti il 14 febbraio. La notizia segue l’annuncio di sabato scorso con cui il ministero delle Finanze ha disposto l’interruzione delle tariffe aggiuntive sui prodotti che potrebbero rivelarsi utili per trovare una cura al diffondersi del virus.
Quale impatto avrà il taglio dei dazi sull’economia cinese?
La notizia sta già dispiegando i propri effetti: gli indici asiatici hanno chiuso in rialzo e gli europei seguono, infondendo un nuovo ottimismo negli investitori. A lungo termine, invece, la mossa mira a tranquillizzare gli Stati Uniti sull’effettiva realizzazione degli impegni presi con la firma della “Fase 1” dell’accordo commerciale.
Il trattato commerciale prevede infatti una clausola per cui uno dei contraenti può portare ritardi nell’implementazione delle misure stabilite, qualora si venissero a delineare “disastri naturali o eventi imprevisti”: e l’emergenza coronavirus, in grado di provocare una contrazione della crescita economica di oltre mezzo punto percentuale di una superpotenza come la Cina, minaccia un’eventualità del genere. D’altra parte, nei giorni scorsi il segretario per l’Agricoltura statunitense, Sonny Perdue, aveva rivolto un appello al governo invocando flessibilità sull’acquisto di prodotti da parte della Cina, proprio a causa dell’emergenza coronavirus.
Dimezzare alcuni dazi, oltre a dare un nuovo sprint agli scambi commerciali con la prima economia mondiale, permetterà dunque di rassicurare gli Usa sugli impegni che Pechino si è assunta.
Che fine farà l’accordo commerciale con gli Usa?
Da quando è scoppiata l’emergenza, il timore di un rallentamento dell’economia ha da subito gettato un’ombra sulla “tregua” commerciale stipulata da Cina e Stati Uniti a metà gennaio, con cui si chiudeva la “Fase 1” delle tensioni che hanno avvelenato i rapporti tra le due superpotenze dal 2018.
Stando agli accordi, Pechino si è impegnata ad acquistare circa 200 miliardi di beni in due anni. Ma ora, come se già non bastassero i dubbi pregressi (soprattutto per quanto riguarda la fornitura di soia: la Cina ha già accordi commerciali con alcuni paesi del sud America per l’acquisto del legume e già si temeva che non sarebbe stata in grado di smaltire quantità più ingenti di prodotto in entrata), si calcola che l’epidemia del coronavirus provocherà un rallentamento sulla crescita economica cinese di quasi mezzo punto percentuale nel primo trimestre. I dazi sulla soia verranno ridotti dal 30% al 27,5%.
Come hanno reagito gli indici globali?
La notizia ha già iniziato a lasciare i primi segni. I listini cinesi hanno chiuso tutti in rialzo: Shanghai +1,72%, Shenzhen +2,87%, China A50 +1,35%. Bene anche il Giappone, con il Nikkei che sale a quota 2,38% e il Topix il 2,07%.
L’ottimismo si è diffuso anche in Europa, dove le Borse hanno aperto tutte in rialzo, con Piazza Affari capolista a +0,74%. Seguono Parigi (+0,67%), Francoforte (+0,63%), Madrid (+0,61) e Londra (+0,30%).
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