Crisi Gas, Gazprom riduce capacità gasdotto NordStream 1 dal 40% al 20%
La compagnia energetica russa ha ulteriormente ridotto i flussi di gas diretti verso il Vecchio Continente ponendo seri interrogativi sulla tenuta dell’economia.
Ieri Gazprom, la compagnia energetica russa che gestisce il gasdotto NordStream 1, ha annunciato di aver ridotto i flussi di gas naturale verso l’Europa a causa di problemi legati alla manutenzione dell’infrastruttura.
In particolare, la turbina centrifuga della stazione di compressione di Portovaia sarebbe in riparazione presso un impianto Siemens in Canada, causando la riduzione immediata della capacità di trasporto.
Il gasdotto era già stato posto sotto manutenzione lo scorso mese causando la riduzione dei flussi di gas naturale a circa il 40% della capacità totale. Tuttavia, ora - a circa una settimana dalla scorsa interruzione - la riduzione a circa 1/5 dei flussi di gas sta creando seri interrogativi riguardo alla veridicità delle affermazioni di Gazprom.
Dopo la notizia, il prezzo del gas naturale non ha tardato a schizzare verso l’alto toccando ad Amsterdam un massimo di €177/MWh (+10,6%). Oggi, invece, il contratto di agosto sulla piattaforma Ttf ha sfiorato i €190/MWh mentre in meno di un mese i prezzi del gas naturale sono in aumento di circa il 57% e cinque volte più alti di un anno fa.
I dubbi sulla reale situazione
L’Europa non ha tardato ad accusare la Russia di una velata ritorsione contro le sanzioni economiche imposte al paese a causa della guerra in Ucraina.
Non ultimo la notizia dell’interruzione dei flussi attraverso il NordStream 1 arriva dopo la minaccia del Presidente russo, Vladimir Putin, che la scorsa settimana aveva ammonito di un taglio alle esportazioni di gas.
Inoltre, molti sostengono che le interruzioni per manutenere l’impianto non possono generare una riduzione nei flussi di gas di tale portata, avvalorando ancora di più la tesi di una mossa politica di carattere intenzionale proveniente dal Cremlino.
Le conseguenze
La riduzione repentina dei flussi di gas - passati da 160 milioni di m3 a circa 33 milioni di m3 - sta avendo importanti effetti nel brevissimo termine ma sta preoccupando ancora di più a causa dell’incertezza che pone riguardo al prossimo inverno.
Proprio per questo motivo, la settimana scorsa, la Commissione Europea aveva consigliato agli stati membri di tagliare volontariamente - del 15% - i consumi di gas naturale così da aumentare le scorte per i mesi invernali più rigidi.
Tuttavia, la proposta non ha ricevuto una calda accoglienza visto che Italia, Spagna e Portogallo hanno fermamente dissentito richiamando alle difficoltà che questa azione porrebbe sulle proprie economie già fiacche.
Infine, un sostanziale deterioramento delle condizioni economiche in Germania (Indice Ifo sulla fiducia aziendale risultato a 88,6 rispetto alle previsioni di 90,2) sta ulteriormente preoccupando gli investitori che ora temono un’imminente recessione europea indotta da Mosca.
Le previsioni
I prezzi del gas rimarranno elevati ancora per molto tempo a causa delle tensioni geopolitiche e di uno shock dal lato dell’offerta non ancora calmierato. Inoltre, crediamo che l’attuale situazione geopolitica potrebbe generare ulteriori rialzi di prezzo nel breve termine causando notevoli inconvenienti alla già disastrata economia europea.
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