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Dati Pmi migliori del previsto, indici europei recuperano (ma restano sempre in area negativa)

La produzione in Europa sale al tasso più veloce da sei mesi, ma ancora non è abbastanza per parlare di espansione economica. Intanto, gli indici scontano ancora l’effetto coronavirus

Grafico Fonte: Bloomberg

Buone notizie per il comparto manifatturiero e per quello dei servizi in Francia, Italia, Germania e Regno Unito, oltre che per l’intera Eurozona, di cui stamattina sono stati pubblicati gli indici Pmi (purchasing managers index), che misurano le opinioni dei direttori degli acquisti sull’andamento dei comparti economici e stilare una previsione.

Come sono andati gli indici Pmi nei diversi paesi?

Eurozona

Nell’Eurozona l’indice flash composito della produzione si è assestato a 51,6, in rialzo rispetto alle previsioni di 51. Bene anche i dati divisi per vari comparti: 52,8 punti per il settore terziario (a gennaio era stato di 52,5), il valore più alto da due mesi, mentre il dato sul settore manifatturiero, con l’indice della produzione salito a 48,4 (a gennaio era stato di 48), segna il valore più alto da otto mesi; inoltre, il dato flash osserva un rialzo dal 47,9 di gennaio a 49,1, il più alto da 12 mesi.

È soprattutto quest’ultimo valore dunque a infondere ottimismo: per quanto il dato sia ancora al di sotto della soglia dei 50 punti, che segna il passaggio da un settore in contrazione all’espansione, comunque si osserva l’aumento più rapido degli ultimi sei mesi.

Anche il dato flash composito segna un buon risultato; eppure l’economia EU resta a un tasso di crescita attenuato. Pesa soprattutto la riduzione dei nuovi ordini, in rallentamento al tasso più alto degli ultimi due mesi - rallentamenti dovuti soprattutto ai cali dei viaggi e della domanda dovuti all’espandersi dell’epidemia di coronavirus.

L’epidemia ha causato anche ritardi nella catena di distribuzione, oltre che una diminuzione delle nuove assunzioni, ai minimi da cinque anni. Scende anche l’inflazione, con i prezzi d’acquisto aumentati al tasso più lento in otto mesi e i prezzi di vendita registrano un aumento in rallentamento per la seconda volta in tre anni.

Germania

In Germania, l’indice Pmi composito segna un ribasso di due mesi, da 51,2 punti di gennaio a 51,1. Scende anche l’indice flash sui servizi, da 54,2 punti a 53,3, mentre quello relativo al settore manifatturiero finalmente torna a salire, da 45,3 punti a 47,8.

È chiaro che la notizia del rallentamento nella contrazione della produzione tedesca possa infondere ottimismo in un settore che non vedeva tale valore da 13 mesi.

Francia

La produzione aggregata in Francia si stima a 51,9 punti a febbraio, in aumento rispetto ai 51,1 di gennaio. Il dato flash sul settore dei servizi si è assestato a 52,6, il massimo da quattro mesi, dopo che a gennaio era rimasto a 51,0, mentre la produzione industriale scende a 49 punti (a gennaio era stato a 51,6) e l’indice manifatturiero è sceso a 49,7, dai 51,1 punti di gennaio.

Nel caso della Francia a trainare il dato è il settore terziario, mentre quello manifatturiero si presenta in recessione dopo quattro mesi di espansione. Si osserva comunque un aumento dei nuovi ordini all’industria francese, nonostante il calo della domanda internazionale. Salgono i nuovi posti di lavoro, al tasso più veloce da novembre scorso. I dati rilevano inoltre un aumento delle imprese nel settore privato, ma al tasso più lento degli ultimi quattro mesi.

Regno Unito

Infine, l’indice Pmi aggregato britannico non ha riportato cambiamenti, confermandosi a quota 53,3 punti. L’indice del settore terziario scende a 53,3 punti, il minimo da due mesi (a gennaio era stato di 53,9), mentre quello per il settore manifatturiero è arrivato a 51,9, in aumento rispetto ai 10 punti di gennaio, e la produzione industriale è stata di 52,8, ben al di sopra del dato di gennaio (50,1).

Il settore manifatturiero osserva dunque un’accelerazione che non si vedeva da dieci mesi. A rilevare in questo caso è il fatto che, soprattutto da dopo le elezioni del 12 dicembre, la maggiore chiarezza sulla questione Brexit ha spinto i consumatori a una spesa maggiore – per quanto il tasso di aumento dei nuovi ordini si sia allentato rispetto al picco di gennaio, in cui aveva raggiunto il massimo da 19 mesi.

Come hanno reagito gli indici?

I dati pubblicati stamattina, restituendo l’immagine di un’economia europea particolarmente resiliente, hanno provocato un rialzo dei listini europei: le Borse restano in area negativa, ma hanno recuperato i ribassi registrati all’apertura di sessione, quando hanno scontato l’aggravarsi dell’epidemia di coronavirus. Piazza Affari segna attualmente -0,34%, Londra -0,20%, Francoforte – 0,05%, Parigi -0,21%, Madrid -0,23%.

Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG Bank declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti.

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