Disoccupazione Usa, richieste in calo negli ultimi 7 giorni
Sempre meno domande, ma il dato sconta la scadenza dei sussidi federali. Rep e dem ancora al lavoro per i nuovi stimoli. Wall Street in calo, Dow Jones – 0,45%
I numeri della disoccupazione di oggi potrebbero fornire un assist di rilievo all’amministrazione Trump, in occasione del dibattito presidenziale di stasera - l’ultimo, prima delle lezioni del 3 novembre.
Nella settimana che si è conclusa lo scorso 16 ottobre sono stati in 787 mila i cittadini statunitensi ad aver inoltrato per la prima volta una richiesta di disoccupazione: mai così pochi dall’inizio della pandemia, lo scorso marzo.
Una buona notizia per il presidente in carica, o forse piuttosto una conferma del trend discendente in corso dalla fine di luglio (nelle cui ultime due settimane la richiesta di sussidi iniziali registrò una leggera impennata, a 1,43 milioni).
Si tratta di un calo rilevante nelle richieste di disoccupazione, attese al contrario in rialzo a 870 mila (la settimana scorsa erano state 842 mila). Per la prima volta il dato scende dunque al di sotto delle 800 mila e si avvicina all’ultimo record storico prima della pandemia di coronavirus – quando, nel 1982, vennero raggiunte 671 mila richieste in sette giorni.
Disoccupazione in calo, o è solo effetto scadenze?
Insieme ai dati sulle richieste di disoccupazione da parte di chi ne fa domanda per la prima volta, il Department of Labor ha rilasciato anche quelli relativi alle richieste di disoccupazione continua (ovvero i cittadini che continuano a percepire assegni di disoccupazione da oltre una settimana), che scendono a 8,37 milioni (in calo rispetto alle attese da 9,5 milioni), mentre si conferma in calo anche la media a quattro settimane – 811,25 mila richieste nell’ultimo mese.
I cali si distribuiscono in tutti gli stati, con la sola eccezione di Texas, Virgina e Massachussets (che invece hanno visto i numero aumentare). D’altra parte, gli analisti si spiegano parte del calo con il fatto che per molti cittadini Usa il programma di sussidi federale si avvia verso la scadenza.
La maggior parte degli stati eroga infatti sussidi di disoccupazione per un massimo di quattro settimane, che con il programma Cares approvato a marzo dal Congresso (lo steso scaduto lo scorso 31 luglio) aveva allungato di ulteriori due settimane – due settimane che però non vengono conteggiate nei dati ufficiali de Department of Labor.
E, secondo i dati aggiornati al 3 ottobre, le richieste per accedere ai fondi del programma Cares, sotto il Pandemic Emergency Unemployment Program sono balzate di quasi 510 mila unità, per un totale di 3,3 milioni.
Nel frattempo continuano i lavori per raggiungere un’intesa sul nuovo pacchetto di stimoli fiscali (tra cui son previsti anche nuovi sussidi di disoccupazione aggiuntivi, rispetto a quelli federali). Democratici e Repubblicani negli ultimi giorni portano avanti discussioni al riguardo nel tentativo di raggiungere un accordo entro la fine di questa settimana, nella speranza di riuscire a far passare la relativa legislazione prima delle elezioni del 3 novembre – anche se, nonostante alti e bassi, le speranze sono sempre più vane.
Come ha reagito Wall Street?
Il dato sui sussidi di disoccupazione è riuscito a provocare timidi rialzi in apertura di mercati, rialzi che tuttavia non sono durati. Al momento il Dow Jones viaggia leggermente al di sotto della parità, a -0,03%, mentre il Nasdaq perde lo 0,20% e l’S&P 500 lascia sul terreno lo 0,05%.
Il fronte macro prevedeva oggi anche i dati sulla situazione immobiliare degli Usa, con le vendite di abitazioni esistenti di settembre in aumento a 5,5 milioni (in rialzo rispetto ai 5,3 milioni del mese precedente).
Gli occhi degli investitori restano tuttavia puntati sulle elezioni del 3 novembre e in queste ore sale la tensione in vista dell’ultimo dibattito tra gli sfidanti, il repubblicano Donald Trump e il democratico Joe Biden, che al momento guida i sondaggi in leggerissimo vantaggio – e ancora diversi stati in bilico.
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