Dow Jones in calo insieme al resto di Wall Street, deludono dati su disoccupazione
La situazione occupazionale negli Usa è in stallo, in attesa di una svolta politica. Male anche il settore edile, in calo i nuovi permessi di costruzione. Dow Jones -0,91%
Gli indici di Wall Street proseguono al ribasso nella giornata post-Federal Reserve, con il Dow Jones che perde al momento lo 0,91%, il Nasdaq il 2,11% e l’S&P 500 l’1,44%.
A trainare al ribasso gli indici l’orientamento annunciato ieri dalla Banca centrale Usa: tassi invariati prossimi allo zero sul dollaro, che non si muoveranno quindi dalla forbice 0-0,25% almeno per i prossimi tre anni – o anche fino a quando l’inflazione negli Stati Uniti non sarà risalita oltre il 2% dopo che, a fine agosto, il presidente della Fed Jerome Powell ha ammesso lo sforamento del suddetto limite nel tempo.
Quali novità dal fronte dei dati macro?
Nel frattempo, oggi i dati settimanali elaborati dal Department of Labor Usa segnalano un aumento delle richieste di disoccupazione di 860 mila unità: sempre al di sotto della soglia psicologica di un milione e in ribasso rispetto al dato precedente (890 mila unità), ma superiori rispetto alle attese degli analisti (850 mila).
Continuano comunque a migliorare le richieste di disoccupazione continua, ovvero i cittadini statunitensi che continuano a percepire un sussidio di disoccupazione per più di una settimana – in altre parole, quelli che continuano a non trovare impiego: 12,63 milioni (dato aggiornato al 4 settembre), in calo rispetto agli oltre 13,4 dell’ultima rilevazione.
In calo anche la media a quattro settimane delle richieste di sussidi: 912 mila, quando fino alla scorsa settimana la curva era ferma a 973 mila.
È la terza settimana di seguito che le richieste di disoccupazione si mantengono al di sotto del milione, ma comunque restano a livelli record dall’inizio della pandemia di coronavirus. È proprio la grave crisi occupazione che ha condotto la Fed a puntare tutto sulla scommessa al rialzo dell’economia, nella speranza che un nuovo slancio possa riattivare anche il circuito occupazionale – il raggiungimento della piena occupazione è tra i due obiettivi principali della Fed, insieme all’inflazione al 2%.
A tal proposito, rilevano anche i dati sul settore edilizio Usa, cartina al tornasole della ripresa economica. Oggi il Census Bureau ha rilasciato i dati sulle concessioni edilizie rilasciate ad agosto e, per la prima volta da maggio, si segnala una leggera contrazione del dato: da 1,483 milioni a 1,47, in netta controtendenza rispetto alle stime degli analisti che si attendevano una correzione al rialzo – almeno 1,5 milioni di permessi.
Nessuna mossa politica all’orizzonte
Sembra dunque che gli Usa siano arrivati a una situazione di stallo: il peggio della crisi da coronavirus è passato ma, senza adeguati supporti fiscali, non riescono a rilanciare l’occupazione.
Sale infatti anche il numero dei cittadini che continuano a ricevere gli aiuti fiscali del Pandemic Unemployment assistance program, destinato proprio ai liberi professionisti: 14,5 milioni di richieste dall’inizio della pandemia, che si aggiungono ai 13 milioni di statunitensi che, fino a quando ci sono stati, hanno usufruito di sussidi statali.
Sussidi però scaduti alla fine di luglio e da allora mai più reintrodotti – è altamente probabile che, ormai, sarà necessario attendere le elezioni del 3 novembre per vedere una luce in fondo al tunnel in tal senso, considerando gli scontri tra Democratici e Repubblicani all’interno del Congresso.
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