Elezioni Usa: Trump minaccia ricorsi, a rischio leggero vantaggio Biden
Il candidato dem guida i risultati con 220 voti contro i 213 del presidente in carica, la battaglia si fa serrata e potrebbero volerci ancora molte ore per lo scrutinio. Dollaro in rialzo, apertura negativa per l'Europa
- Alle 10:15 il Cac40 perde lo 0,13%, il Dax lo 0,39%, Londra l’unica che conquista la parità: gli azionari europei puntavano su un risultato certo (e una vittoria di Biden)
- Ftse Mib – 0,42% a 18.905 punti. Male industriali e deboli le banche, oggi i conti di Intesa Sanpaolo
- Dollaro in rialzo, EUR/USD a 1,167. Sulla moneta unica pesa anche l’emergenza coronavirus
“'Andremo alla Corte Suprema. Vogliamo che fermino tutti i conteggi. Per quanto mi riguarda, abbiamo già vinto”, annuncia Trump. Lo scenario è esattamente quello che gli indici di Borsa mondiali temevano: un risultato conteso delle elezioi Usa. L’attuale presidente Usa e candidato repubblicano a un secondo mandato, Donald Trump (213 voti di grandi elettori dalla sua, contro i 220 dell’avversario dem Joe Biden), non ha aspettato troppo per balzare sulla preda e, alle prime ore del mattino in Italia, già chiede una revisione del voto.
Di nuovo, come ne 2016, la partita si gioca nel Midwest: Michigan (16 grandi elettori, al momento Trumo conduce al 52,8%), Wisconsin (dieci grandi elettori, Trump conduce con il 51,2% delle preferenze), Pennsylvania (20 grandi elettori, Trump conduce con oltre il 55%).
Risultati oltre la aspettative per Trump anche nei battleground states: il democratico Biden ha conquistato Colorado (nove grandi elettori), Minnesota (dieci grandi elettori), Virginia (13 voti) e New Hampshire (quattro voti), mentre Trump guida le preferenze in Ohio (18 grandi elettori), Iowa (sei grandi elettori) Florida (29 voti) e Texas (tra le prede più ambite con 38 grandi elettori).
Boom dei voti per corrispondenza: 102 milioni, corrispondenti al 73% dell’affluenza totale degli elettori nel 2016, su 150 milioni di voti previsti. Proprio le particolari modalità di voto rendono tuttavia lo scrutinio più lento, con risvolti negativi sui mercati finanziari.
Indici di Borsa negativi davanti a rischio di vittoria contestata in Usa
A mezz’ora dall’apertura della sessione europea gli azionari del Vecchio Continente viaggiano in ribasso, annullando i guadagni di ieri: a Parigi il Cac 40 perde lo 0,31%, a Francoforte il Dax lascia sul terreno lo 0,93%, a Londra il Ftse 100 rallenta dello 0,17% e a Madrid l’Ibex scende dell’1,79%.
Le minacce di Trump di ricorrere alla Corte Suprema nel caso di dubbi sul conteggio dei voti fa tremare gli indici globali: un rallentamento della nomina del nuovo presidente Usa, oltre che di Camera e Senato equivale a una rallentamento nel percorso del pacchetto di stimoli fiscali in funzione anti-pandemica – che la prima economia al mondo attende dallo scorso luglio per ritrovare nuovo slancio.
In più, in Europa preme ancora l’emergenza covid-19. Nella notte in Italia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha approvato un nuovo Dpcm che prevede coprifuoco anticipato alle 22 e la divisione del territorio nazionale in tre fasce di rischio, oltre a lockdown automatici e locali al raggiungimento di alcune soglie critiche di numeri di contagi e capacità ospedaliera.
Sul fronte macro, intanto, oggi l’Europa attende i dati sugli indici PMI relativi settore dei servizi e quelli compositi. Mentre gli Stati Uniti ancora staranno attendendo di sapere chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca, nel pomeriggio (ora italiana) l’Automatic Data Processing del National Employment Report annuncerà la variazione dell’occupazione non agricola, in vista dei non-farm payrolls di venerdì.
Come ha reagito il resto dei mercati?
Balzo in avanti del dollaro, con il cambio EUR/USD a 1,163 mentre le divise a più alto rendimento perdono terreno in attesa del risultato delle elezioni Usa. La prospettiva di una vittoria di Trump sembra già penalizzare le valute più colpite dalle politiche commerciali del presidente in carica – il peso messicano e lo yuan toccano il minimo da un mese.
Torna al di sotto della soglia dei 1.900 dollari l’oncia l’oro, che dopo aver toccato, in nottata, il massimo da due settimane (1.915 dollari/oz) al momento viaggia a 1.982 dollari.
Leggero rialzo per il prezzo del petrolio dopo che, ieri, i paesi dell’Opec+ hanno lasciato trapelare l’ipotesi di rimandare i nuovi tagli alla produzione (che dovrebbero scendere dagli attuali 7,7 milioni di barili al giorno a 5,8 milioni dal 2021), in considerazione della nuova ondata di covid-19 e dei rinnovati timori che ne derivano per la domanda di greggio. Al momento il Brent viaggia sui 40,11 dollari al barile mentre il Wti viene scambiato per 38,04 dollari al barile.
Come si stanno muovendo le quotazioni sul Ftse Mib?
A poco più di un’ora dall’apertura l’indice Mib di Milano perde lo 0,5%, a 18.890 punti. Salgono le azioni Leonardo (+1,81%) e Diasorin (+2,35%), continua a brillare il titolo Nexi in rialzo del 2% dopo gli annunci di nuove partnership in arrivo.
Male invece Buzzi (-3,76%) e Pirelli (-2,17%), che per altro guardano con particolare attenzione ai risvolti economici delle elezioni Usa, mercato su cui hanno all’attivo diversi progetti.
Deboli anche le banche, nel giorno dell’annuncio dei risultati trimestrali di Intesa Sanpaolo (-1,3%). Domani è la volta di Unicredit, le cui azioni al momento perdono circa lo 0,8%. Contrastati i petroliferi, che seguono l’andamento volatile del prezzo del petrolio: al momento le azioni Eni perdono lo 0,23%, Saipem avanza dell’1,11% e Tenaris dell’1,05%.
Giù infine le azioni Telecom Italia, in flessione dell'1,41% dopo i risultati del secondo trimestre di Tim Brasil "appena sopra il consensus".
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