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Come impatteranno le elezioni USA sui titoli del Ftse Mib? Il caso Fca

Il gruppo automobilistico italo-statunitense vanta una forte presenza sul mercato Usa: abbastanza per bypassare il rischio dazi in caso di vittoria rep (forse), altrettanto per doversela vedere con nuove politiche lavorative dem

auto elettrica Fonte: Bloomberg

Mancano pochi giorni all’appuntamento con le elezioni presidenziali Usa e i mercati stanno già scontando la prospettiva di un esito incerto del voto. Il vantaggio del candidato democratico Joe Biden, che al momento conduce i sondaggi con il 51% delle preferenze, già fa parlare di una “Blue Wave”: a preoccupare gli analisti tuttavia sono le minacce del presidente in carica e candidato al secondo mandato, il repubblicano Donald Trump, sull’eventuale rifiuto del risultato elettorale – il Tycoon adduce le particolari difficoltà delle modalità di voto di queste particolari elezioni, contrassegnate dalla pandemia di covid-19 che ha già spinto oltre 40 milioni di cittadini Usa a votare per corrispondenza.

Elezioni Usa: l’impatto sul Ftse Mib

Le conseguenze del voto Usa promettono ripercussioni su tutti gli indici globali, Ftse Mib incluso. Al centro delle analisi c’è soprattutto la politica commerciale proposta dai due candidati, quelle ambientali e i piani di spesa nei diversi settori.

Nello specifico, una vittoria di Trump prevede maggiori spese nel comparto militare (e l’italiana Leonardo ha diversi dossier attivi negli Usa) e l’eliminazione delle restrizioni sull’estrazione dei combustibili fossili, mentre il democratico Biden promette maggiore attenzione all’ambiente e un aumento delle imposte sugli investimenti.

Quanto alla politica commerciale, vero nodo in grado di provocare colpi di coda sul resto delle Borse mondiali, e soprattutto sul futuro della guerra dei dazi con la Cina, di fatto la politica dei due candidati alla Casa Bianca differisce di poco. Laddove Trump promette di continuare sulla strada dei dazi alle importazioni, Biden nelle ultime settimane si è schierato per una “nuova forma di competizione”.

Non sarà una “guerra fredda” del terzo millennio, dunque; ed è probabile che Biden si lasci alle spalle l’”America First” di Trump, per rientrare in un’ottica più atlantica di cui potrebbero beneficiare anche diversi titoli sul Ftse Mib, in particolare gli industriali.

Fca: quali interessi negli Stati Uniti?

Tra i titoli più rilevanti attivi anche nel mercato Usa, Fiat-Chrysler Automobiles è la punta di diamante. Il Gruppo Fiat nel 2009 rilevò il 20% del Gruppo Chrysler, attraverso un protocollo d’intesa volto al risanamento industriale per Fiat Group in cambio della promessa di accelerazione nelle vendite del gruppo statunitense e ristrutturazione degli impianti.

Durante gli anni la quota di Fiat in Chrysler è aumentata fino ad acquisire, ne 2014, la totalità delle azioni: dal dicembre 2014 il nome Fiat viene sostituito da Fca – Fiat-Chrysler Automobiles.

Ad oggi Fca detiene il 12% della quota di mercato negli Stati Uniti, dove si è affermato soprattutto il marchio Jeep e, in generale, la gamma Suv. Mercato particolarmente importante per l’azienda: proprio ieri la trimestrale relativa al periodo giugno-settembre del gruppo ha riportato un ebit da 2,3 miliardi di euro, in rialzo rispetto alle attese degli analisti, spinto proprio dal mercato Usa, dove la domanda di Jeep e Ram ha spinto gli utili al lordo delle tasse alla cifra record di 2,5 miliardi di euro.

In vista delle elezioni Usa, le nubi all’orizzonte per Fca si condensano soprattutto attorno all’incertezza commerciale, ma anche attorno alle politiche lavorative. Di certo la massiccia presenza già disposta sul mercato Usa aiuterebbe Fca a bypassare eventuali rincari dovuti a un prosieguo della polizia isolazionista (in caso di vittoria di Trump) – nuovi dazi che tuttavia porterebbero a un’ulteriore frammentazione del commercio globale.

È ragionevole inoltre attendersi un impatto sul cash flow di Fca nel caso di vittoria di Biden, che potrebbe a una tassazione maggiore per le grandi imprese e a un aumento del salario minimo dei lavoratori.

Una questione, quest’ultima, cui Fca è particolarmente attenta soprattutto all’indomani della causa intentata lo scorso novembre da General Motors, che ha portato in tribunale Fca con l’accusa di corruzione dei sindacati per riuscire ad ottenere condizioni contrattuali più vantaggiose. In estate il tribunale di Detroit ha respinto l’accusa.

Come si stanno muovendo le azioni Fca sul Ftse Mib oggi?

Fallito il tentativo di rimbalzo dell’indice di Milano (che al momento perde oltre l’1%), al momento le quotazioni Fca si allineano al resto del listino e segnano un calo dell’1,15%, a 10,44 euro per azione.

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