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Euro molto debole, indici PMI confermano la crisi dell’economia europea

Indici PMI flash di settembre ben inferiori alle attese di mercato. Rischio stagnazione per l'Eurozona

Fonte: Adobe

In mattinata S&P Global ha reso che per la prima volta in sette mesi, l’indice destagionalizzato Flash PMI Composito della Produzione dell’Eurozona è sceso al di sotto della soglia di 50, posizionandosi nel mese di settembre a 48,9 da 51,0 di agosto, indicando una contrazione del comparto industriale. L’indice manifatturiero si è attestato al 44,8, minimo degli ultimi 9 mesi e inferiore rispetto alle aspettative di mercato (45,6). L’indice dei servizi è sceso a 50,5 da 52,9 di agosto (consensus a 52,1).

La produzione manifatturiera dell'eurozona ha registrato una contrazione per il diciottesimo mese consecutivo, con un forte peggioramento a settembre (il ribasso più marcato del 2024). La Germania e la Francia hanno subito riduzioni significative. Inoltre, il settore terziario ha faticato a crescere nel terzo trimestre, con un'espansione marginale e la più lenta da febbraio. Il ritorno al declino in Francia (terminato effetto Olimpiadi) ha compensato l'espansione del terziario in Germania. I nuovi ordini sono diminuiti per il quarto mese consecutivo, registrando il calo più forte da gennaio, e per la prima volta in sette mesi anche i servizi hanno visto una contrazione, estendendo a 31 mesi il calo degli ordini esteri.

Aspettative di IG su economia europea e banche centrali

Gli indici PMI hanno mostrato una situazione particolarmente delicata per le economie europee ben peggiore rispetto alle attese di mercato. I deboli dati sull’andamento dei nuovi ordini lascia credere che anche per i prossimi mesi la situazione non dovrebbe cambiare e anzi potrebbe peggiorare creando degli squilibri soprattutto sul mercato del lavoro. In Germania le perdite di posti di lavoro sono su livelli record degli ultimi 15 anni (non tenendo conto dei primi mesi pandemici).

Riteniamo che questi dati macroeconomici possano aumentare la discussione all’interno del Governing Council della BCE per promuovere misure più aggressive in politica monetaria. La diminuzione delle pressioni inflazionistiche e il peggioramento del mercato del lavoro europeo potrebbero spingere la BCE a passare da un atteggiamento di riduzione del costo del denaro “graduale” (taglio di 25 punti base dei tassi a trimestre) a una strategia ben più aggressiva e interventista (taglio 25 punti base a ottobre e eventualmente taglio di 25/50 punti base a dicembre).

Reazione dei mercati, euro perde terreno

La moneta unica ha perso contro tutte le valute internazionali dopo la pubblicazione dei deludenti indici PMI. L’eurodollaro è sceso fino a un minimo a 1,1084 per poi risalire a 1,11. Il cambio EUR/JPY ha evidenziato un ribasso fino a 159 per poi ritornare verso 159,40.

Prospettive grafiche su EUR/USD

Da un punto di vista grafico le quotazioni dell'eurodollaro sono scese al di sotto di due significativi supporti dinamici: la media mobile esponenziale a 21 sedute e l'ex trendline ribassista partita dai top del 26 agosto. In caso di ulteriori violazione ribassista del sostegno a 1,1068, bottom del 19 settembre, si creerebbero i presupposti per una discesa in direzione di obiettivi short ipotizzabili a 1,1044 e 1,10. Segnali contrari giungeranno solamente con una perentoria vittoria al di sopra di 1,1154, massimo del 6 settembre, preludio per un ritorno a 1,1190.

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Dati di mercato

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