Federal Reserve: tassi di interesse fermi, crescita economica “moderata”
Poche sorprese dopo la riunione della banca centrale Usa, che mantiene strategia “wait and see”. Timori per l’impatto del coronavirus sull’economia globale, cambio EUR/USD in leggero rialzo
L’economia Usa cresce a passo “moderato”, ma il mercato del lavoro è “forte”: sono le parole con cui la Federal Reserve, la banca centrale statunitense, ha accompagnato la decisione di non disporre alcun taglio dei tassi di interesse durante la sua prima riunione del 2020, che restano dunque compresi nella forbice 1,5% - 1,75%.
La decisione del Comitato esecutivo risponde, secondo quanto si evince dal comunicato, alla volontà di riportare l’inflazione verso “l’obiettivo simmetrico del 2% posto dal Comitato”, e sembra indice del fatto che tale obiettivo si sti rivelando particolarmente difficile da raggiungere – a dicembre 2019 si è assestata al 2,3%.
Cosa ha rassicurato la Fed?
La Fed conferma comunque un approccio “wait and see”, ovvero aspettare prima di qualsiasi ulteriore intervento monetario e osservare l’andamento dell’economia. Il raggiungimento di un accordo con la Cina e la tregua nell’ambito della guerra commerciale, ma anche i buoni dati macro su occupazione e Pil (pur sempre ancora lontano dal target del 3% perseguito da Trump) hanno contribuito a tale approccio.
Tutto ciò sarebbe infatti abbastanza per “ritenere che i tassi correnti siano appropriati a sostenere una crescita economica moderata, un forte mercato del lavoro e il ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo minimo del 2%”, come ha dichiarato il presidente della Fed, Jerome Powell, in conferenza stampa.
La sottigliezza messa in luce dagli analisti tuttavia ricade proprio sul “moderata”, in riferimento alla crescita economica, che dunque sembrerebbe in leggero rallentamento – il messaggio ricorda molto quello con cui la Fed aveva annunciato la decisione, a dicembre, di non tagliare più i tassi.
E cosa teme?
Allo stesso tempo, sembra che il Fomc (il comitato esecutivo della Fed) abbia preso in considerazione gli investimenti e le esportazioni degli ultimi mesi, che si sono confermate più deboli rispetto al passato. Più moderata anche la spesa dei consumatori, mentre a dare segnali di ottimismo è quella delle famiglie.
Il comunicato non fa apertamente cenno al coronavirus e agli effetti che l’epidemia potrà provocare sull’economia globale, ma ne ha parlato Powell durante la conferenza stampa. Per il presidente della Fed, siamo davanti a “un problema molto serio”. “Ovviamente stiamo monitorando molto attentamente la situazione”, ha continuato.
Secondo gli analisti di JP Morgan il virus, che finora ha provocato 170 vittime nella provincia dell’Hubei, in Cina, potrebbe provocare un rallentamento dell’economia cinese dal 6,3% al 4,9%, mentre già si teme una perdita sul Pil di circa il 5%. Gli effetti del colpo sulla seconda economia globale già si sono fatti sentire al di fuori della Cina, con diverse multinazionali (Starbucks, McDonald’s, Apple, Ford) che hanno sospeso la distribuzione o produzione in Cina.
Come ha reagito il cambio EUR/USD?
A poche ore dall’inizio della riunione della Fed, mercoledì, il dollaro aveva iniziato ad apprezzarsi, salvo tornare a scendere fino a far tornare il cambio EUR/USD a quota 1,1019. Mercoledì la coppia valutaria aveva toccato il minimo da fine novembre a 1,0992 anche sui timori per l’espansione del coronavirus, che ha provocato l’aumento gli acquisti sulle valute rifugio (yen, franco svizzero e dollaro Usa).
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