Flessione del prezzo del petrolio, mercoledì nuova riunione Opec+
La domanda di greggio scenderà meno del previsto grazie a un secondo trimestre migliore del previsto: -7,9 milioni di barili, rispetto agli 8,1 calcolati il mese scorso. Intanto, l’Opec+ si prepara a ridurre i tagli
Durante il fine settimana il barile si è mantenuto al di sopra della soglia dei 40 dollari, registrando comunque un leggero calo nonostante la revisione al rialzo della domanda prevista dall’Iea (l’International Energy Agency) nel report rilasciato venerdì scorso.
D’altra parte, il report precede di solo un paio di settimane l’allentamento dei tagli alla produzione che i paesi dell’Opec+ avevano stabilito lo scorso 10 aprile, nel tentativo di risollevare il prezzo del petrolio – crollato in quel periodo fino a raggiungere, il Wti, minimi storici che l’hanno portato in area negativa, a -37 dollari al barile.
Tutto pronto per l’allentamento dei tagli alla produzione?
I membri più incisivi dell’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio si incontreranno mercoledì in via telematica, in una riunione a cui saranno presenti anche gli alleati dell’organizzazione, Russia in prima fila, per prepararsi alla riduzione dei tagli alla produzione.
Al momento infatti il gruppo, guidato di fatto dall’Arabia Saudita, prosegue con 9,7 milioni di barili in meno al giorno. Il tagli tuttavia sono destinati a durare fino alla fine di luglio (inizialmente doveva essere fino alla metà del 2020, ma solo poche settimane fa i membri si sono accordati per un prolungamento dei tagli, compensato allo stesso tempo dallo stop di Riad a un ulteriore riduzione della produzione aggiuntiva unilaterali).
A partire dalla seconda metà dell’anno, infatti, in base agli accordi del G20 Energia dello scorso 10 aprile, il taglio alla produzione del petrolio sarebbe diminuito proprio a 7,7 milioni di barili al giorno, per poi proseguire con 5,8 milioni di barili in meno per tutto il 2021.
Come cambierà la domanda di petrolio nei prossimi mesi?
Venerdì, L’Iea ha pubblicato il proprio report mensile. Le previsioni per il 2020 aggiornate dell’International Energy Agency vedono infatti un leggero aumento della domanda di greggio: per quanto questa subirà ancora a lungo gli effetti della crisi scatenata dalla pandemia di coronavirus, infatti, già si inizia a notare un rimbalzo nella domanda da parte di Cina e India - la prima soprattutto già da mesi dà segno di essersi lasciata il peggio della pandemia alle spalle.
D’altra parte, l’Iea non manca di sottolineare come i nuovi contagi (soprattutto negli Usa, che negli ultimi tre giorni hanno visto un aumento dei casi di Covid-19 giornalieri tutti superiori alle 60 mila unità) rendano la situazione ancora molto incerta.
Nello specifico, la domanda di petrolio si aggirerà intorno ai 92,1 milioni di barili al giorno: in calo di 7,9 milioni di barili rispetto al 2019 – un leggero ribasso rispetto a quanto previsto nel report di maggio, 8,1 milioni di barili, e ciò “principalmente perché il declino nel secondo trimestre del 2020 è stato più basso rispetto a quanto inizialmente previsto”.
La cautela fa dunque ancora da padrona, non da ultimo anche per il grado di adesione da parte dei membri dell’Opec+ ai tagli alla produzione. L’Arabia Saudita continua infatti spedita per tale strada, ma placare i dissapori all’interno dell’Organizzazione ha richiesto un notevole sforzo (fino alla minaccia di una nuova guerra dei prezzi lanciata da Riad nei confronti di Nigeria, Angola e Iraq, i paesi più riottosi).
Per il 2021 l’Iea calcola invece una domanda di 97,4 milioni di barili, solo 5,3 in meno rispetto alle stime aggiornate del 2020 – nell’ultimo report il calo per il 2021 era previsto di 5,7 milioni di barili.
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Come ha reagito il prezzo del petrolio?
Al momento, le quotazioni del greggio registrano una leggera flessione, per quanto il barile riesca a mantenersi sopra la soglia dei 40 dollari. Il Wti perde lo 0,52% e scende a 40,34 dollari al barile, mentre il Brent viene scambiato per 42,98 dollari al barile, in ribasso dello 0,60%.
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